« Torna indietro

Roberto Saviano

Italian writer Roberto Saviano performs on stage at the Ariston theatre during the 72nd Sanremo Italian Song Festival, in Sanremo, Italy, 03 February 2022. The music festival runs from 01 to 05 February 2022. ANSA/ETTORE FERRARI

Sanremo, Saviano: polemiche per il monologo sulle stragi di Capaci e Via D’Amelio

palco del Festival di Sanremo ha ricordato, non senza polemiche, soprattutto politiche, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tanti altri che sono caduti combattendo la mafia.

Pubblicato il 4 Febbraio, 2022

Sanremo terza serata. Il 2022 è l’anno del trentennale delle stragi di via D’Amelio e Capaci e Roberto Saviano dal palco del Festival di Sanremo ha ricordato, non senza polemiche, soprattutto politiche, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tanti altri che sono caduti combattendo la mafia.

Il racconto di Saviano

E infatti, già prima ancora che aprisse bocca Saviano c’era chi si chiedeva come si possa associare “il racconto delle stragi, dell’orrore, delle vittime di mafia, mescolato alle canzonette, agli sponsor e alla varietà umana e commerciale del Festival di Sanremo”.

E infatti, è Vittorio Sgarbi contro Roberto Saviano che a poche ore dal monologo dello scrittore sulla strage di Capaci, ha riportato dal suo profilo twitter le parole del politico e magistrato Giuseppe Di Lello, uno dei punti fermi del pool antimafia, a LiveSicilia.it:non sono affatto d’accordo nel trascinare Falcone e Borsellino dentro le canzonette di Sanremo, specialmente da parte di Saviano che ha recensito con entusiasmo il libro della Boccassini, senza accorgersi del discredito gettato su Falcone e del mancato rispetto per i morti e per i vivi”.

Un oltraggio

Ma neanche la politica tace di fronte alla presenza dell’autore di Gomorra sull’Ariston di Sanremo, e infatti Fratelli D’Italia ritiene che: “la presenza di Saviano a Sanremo per parlare dei 30 anni dalla strage di Capaci è un oltraggio al tema stesso” – E’ quanto afferma in una nota Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia nonché commissario di Vigilanza Rai”.

A questa dichiarazione di Mollicone fa eco un post su facebook di Alessandra Carbonaro, vicecapogruppo del Movimento cinque stelle alla Camera dei deputati: ”per Fratelli d’italia l’intervento di Saviano a Sanremo in ricordo della strage di Capaci sarebbe un oltraggio? Scioccante che si veda una minaccia in uno scrittore e giornalista che ha saputo raccontare a tutti gli italiani la realtà e l’orrore delle mafie, e che per questo vive da anni sotto scorta. Diffondere e rafforzare la cultura dell’antimafia va a favore del Paese, sempre”.

Cosa c’entra Sanremo con le stragi?

Ma anche Giuseppe Costanza, l’autista del giudice Falcone sopravvissuto alla strage, commentando con l’Adnkronos la notizia della presenza di Saviano sul palco dell’Ariston esprime i suoi dubbi.  “Ma cosa c’entra il Festival di Sanremo con la strage di Capaci? – domanda Costanza – Non credo sia opportuno usare quel palco lì per parlare del trentennale delle stragi“. 

E poi ancora Mollicone rincara la dose: “cosa c’entra la presenza di un autore che ha creato una vera e propria mitopoiesi in prodotti seriali e letterari della criminalità organizzata producendo sfilze di antieroi come in Gomorra e Zero con il ricordo di Falcone? Ha lucrato sulla mitopoiesi della mafia. Sanremo è un festival nazionalpopolare che tutti amiamo, non possiamo permettere che si trasformi nel Festival della telepredica progressista“.

La morte dell’ex magistrato

E mentre le polemiche su Sanremo divampano senza sosta, la vita procede improcrastinabile e così arriva la notizia della morte dell’ex magistrato Alberto Di Pisa, che era stato procuratore a Termini Imerese e Marsala, che si è spento la notte scorsa nella sua abitazione a Palermo. Aveva 78 anni.

Negli anni Ottanta era stato accusato di essere il “corvo” che scriveva lettere anonime contro investigatori e magistrati, tra cui Giovanni Falcone, accusandoli di avere coperto il ritorno del collaboratore Totuccio Contorno al quale venivano attribuiti l’uccisione di rivali ma fu completamente assolto.

La vicenda del “corvo”

Il nome di Alberto Di Pisa  sarà sempre legato alla vicenda che interessò il palazzo di Giustizia del capoluogo siciliano pochi anni prima delle stragi del 1992. Nell’estate del 1989, infatti, inizia quella che i cronisti chiamarono la vicenda “del Corvo di Palermo”. Vicenda che prende il nome da un vecchio film di Cluzot che aveva per protagonista un signore che scriveva lettere anonime. Il palazzo di giustizia di Palermo era “infestato” da una dozzina di lettere che contenevano attacchi contro il magistrato Giovanni Falcone e il dirigente del nucleo anticrimine della Criminalpol, Gianni de Gennaro. E in quella estate palermitana, subito dopo l’attentato fallito a Giovanni Falcone all’Addaura, il sospettato numero uno di essere il Corvo fu proprio lui: Alberto Di Pisa.

Finito nel mirino dei giornalisti ancora prima di potere avere un giudizio da parte del Csm. Una vicenda nella quale finì sotto processo e fu poi assolto dalle accuse dopo una condanna in primo grado e una assoluzione in secondo grado con sentenza definitiva perché la procura non presentò appello. 

“Non c’erano i social, ma c’erano già gli hater, gli odiatori. – E così conclude l’intervento dal palco di Sarnemo – Non essendo alla loro altezza si preferiva affossarli per creare diffidenza per chi era dalla loro parte. E questo la mafia lo sapeva”.

About Post Author