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Scuola, giù le mascherine al banco? Il ministero lavora alle linee guida

Pubblicato il 6 Settembre, 2021

Scuola, giù le mascherine al banco? Sì, ma soltanto se si è vaccinati. Nel decreto legge numero 111 del 6 agosto è contenuta la deroga alle norme di sicurezza previste dal Comitato tecnico scientifico. Il decreto stesso dovrà essere trasformato in legge entro l’inizio di ottobre. All’articolo 1 comma 3 si legge che “I protocolli e le linee guida possono disciplinare ogni altro aspetto concernente le condizioni di sicurezza relative allo svolgimento delle attività didattiche e scolastiche, ivi inclusa la deroga alle disposizioni di cui al comma 2, lettera a (obbligo di mascherine chirurgiche), per le classi composte da studenti che abbiano tutti completato il ciclo vaccinale o abbiano un certificato di guarigione in corso di validità“.

Si tratta soltanto delle classi della terza media e delle superiori: infatti il vaccino è disponibile soltanto dai 12 anni in su, almeno al momento. Secondo l’Istituto superiore di Sanità, la deroga riguarda soltanto studenti (vaccinati) che si trovino in aule dove è possibile tenere la distanza di un metro tra un ragazzo e l’altro e di due metri dalla cattedra. La mascherina si può togliere soltanto al banco, quando si sta fermi. Se lo studente si alza o esce dall’aula, o va alla lavagna deve di nuovo indossarla.

Stiamo lavorando alle linee guida per permettere di abbassare la mascherina nelle classi in cui tutti sono vaccinati“, afferma il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Sono al lavoro anche i ministeri della Salute e il garante della privacy.

Nel mese di ottobre, sarà possibile trarre le somme in merito alla fase centrale della campagna vaccinale, ancora in corso, contando gli studenti vaccinati. Come rendere noto chi è vaccinato e chi no? Se il Governo decidesse per l’obbligo vaccinale, la scuola potrebbe ottenere i dati direttamente dalle Asl. Diversamente, servirebbe allo scopo una piattaforma come quella che controlla il green pass degli insegnanti: la parola passa di nuovo al garante della privacy. Occorrerà un Dpcm, poiché non è sufficiente un protocollo per introdurre la deroga. Nel 2017, perché funzionasse il controllo dei vaccini obbligatorio dell’infanzia, sono stati necessari due anni.

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