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Scuola, la “rivolta” dei governatori. E Salvini: mozione di sfiducia al ministro Azzolina

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Roma- La ripresa delle lezioni è confermata per il 14 settembre, ma i governatori sono in rivolta perché, a distanza di 18 giorni, il governo dimostrerebbe di brancolare nel buio. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha annunciato la presentazione della mozione di sfiducia nei confronti del ministro per la pubblica istruzione, Lucia Azzolina: la scuola – ha detto – merita di meglio.

Dalle riunioni tenute ieri tra i ministri interessati, i presidenti delle Regioni e le autorità sanitarie non sono emersi elementi tali da rendere credibile che la ripartenza possa avvenire in sicurezza ed in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. I governatori del Veneto, Luca Zaia, della Lombardia, Attilio Fontana e del Friuli-Venezia-Giulia, Massimiliano Fedrige, attaccano il governo e descrivono una condizione di totale caos, dal quale sarà difficile venire fuori. Il presidente abruzzese, Marco Marsilio, ha avanzato l’ipotesi di far riprendere le lezioni subito dopo la chiusura dei seggi elettorali, ma ha ricevuto il secco diniego da parte del presidente del Consiglio di ministri, Giuseppe Conte, che in quella proposta intravede una strumentalizzazione politica estranea alla natura del problema.

Tuttavia anche altri governatori, come Stefano Bonaccini (Emilia Romagna) e Vincenzo De Luca (Campania) esprimono perplessità intorno al nodo dei trasporto pubblico degli alunni e intorno alle prescrizioni che le famiglie dovrebbero adottare prima di far salire i figli sugli scuolabus. Il distanziamento sociale sui bus è terreno di scontro anche tra i ministri Paola De Micheli e Roberto Speranza: la prima vorrebbe che fosse abbattuto il limite minimo di un metro tra un passeggero e l’altro; il secondo insiste nel mantenimento del distanziamento sociale in linea con le indicazioni contenute nella relazione presentata dall’Istituto superiore di sanità.

Se così fosse il trasporto alunni potrebbe garantire il servizio per il 50 percento, la restante parte resterebbe a terra. Ed allora, il Comitato tecnico scientifico starebbe facendo pressione per elevare la disponibilità di posti al 75 percento, soprattutto per le corse che durerebbero al massimo quindici minuti. E se il bus restasse bloccato nel traffico per un periodo di tempo superiore, il conducente come dovrebbe comportarsi?

Avanza l’ipotesi di installare a bordo i separatori, che impedirebbero il passaggio di droplets da un passeggero all’altro, ma occorre il tempo necessario per realizzarli e per installarli sui bus. Problema mascherine: per il sottosegretario alla salute, Pierpaolo Sileri, e per il virologo Massimo Galli è improponibile obbligarne l’uso per cinque ore, ma il ministro Speranza è di diverso avviso, in armonia con l’Istituto superiore di sanità, che ritiene fondamentale tenere i dispositivi indossati per tutta la durata delle lezioni.

Irrisolto il problema relativo allo screening per il personale docente e non docente: non essendo un accertamento obbligatorio, solo il 30 percento degli interessati è disponibile a sottoporsi al test. Resta l’ipotesi della didattica a distanza, la tanto criticata DAD, ma l’ipotesi potrebbe essere valutata solo per gli istituti superiori, per gli alunni fino a 14 anni di età non sarebbe praticabile, al netto di una nuova fase di lockdown, che al momento non è prevista.

Ferma al palo anche la partita relativa ai banchi di nuova generazione, non si sa quando potranno essere posizionati nelle aule.

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Redazione Nazionale

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