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Professore con la laurea in fisica di un suo omonimo: il caso che sconvolge l’Università La Sapienza

Il professore di Economia dell’Università La Sapienza di Roma, Sergio Barile, avrebbe ottenuto la laurea in fisica con gli esami sostenuti da un suo omonimo.

Pubblicato il 26 Maggio, 2022

In Italia sta facendo parecchio discutere il caso relativo al professore di Economia dell’Università La Sapienza di Roma, Sergio Barile, (nella foto d’apertura) accusato di falso ideologico per aver ottenuto una laurea in fisica non avendo, di fatto, mai sostenuto gli esami necessari per arrivare alla discussione della tesi finale, approfittando dell’omonimia di un altro iscritto.

Le prime dichiarazioni a Repubblica

Al quotidiano Repubblica Barile ha esordito dicendo Il diavolo c’ha messo lo zampino e sottolineando di non aver tratto alcun profitto. In seguito ha aggiunto:Mi è stato subito comunicato che la laurea non era valida, quindi non ho avuto alcuna occasione per approfittarne. Possiamo dire così: se ho approfittato è perché mi sono divertito a discutere quella tesi“. Lo stesso “docente” ha svelato anche un particolare curioso, ovvero quello relativo al fatto che la segreteria didattica non ha proceduto alla ricostruzione di carriera dello studente per ricapitolare gli esami e fare un riscontro definitivo perché in quel periodo si lavorava in smart working per via del Covid.

Cattedra ancora fissa

Preso atto di tutto questo alla domanda del giornalista: “Quindi non solo il diavolo, ma anche il Covid c’ha messo lo zampino?” Barile ha risposto: Ce l’hanno messo tutti compresa la casualità. Lo scambio di persona è avvenuto non solo perché abbiamo lo stesso nome e perché siamo nati nello stesso giorno, ma il mio omonimo si è iscritto fuori corso nello stesso giorno in cui io mi sono iscritto al corso di laurea in Fisica. Non solo: proprio in quei mesi il cervellone della Sapienza è migrato da un sistema informatico a un altro. È una situazione kafkiana”.

La denuncia è stata comunque fatta dall’Università, che oltre a dirgli che non poteva non sapere il tutto lo ha anche querelato e si è costituita parte civile. L’Ateneo ha inoltre spiegato a Sergio Barile anche come avrebbe potuto risolvere la questione pagando le tasse arretrate. Lui così ha pagato 7.500 euro “per regolarizzare la mia posizione, una cifra forfettaria indicata dall’istituto, e a quel punto ho potuto sostenere l’esame di laurea, preparando una tesi sulla fisica delle dinamiche sociali”. La sua cattedra di Economia non è messa in discussione perché – secondo lui – in Italia “Vige ancora la presunzione di innocenza”.

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