Il capogruppo Lega Gianpiero Zinzi è primo firmatario dell’ordine del giorno avente ad oggetto “Messa in mora dell’Italia da parte dell’Ue per le norme contenute nella Legge 145/2018 sulle concessioni degli stabilimenti balneari”.
L’odg, approvato nel corso del Consiglio regionale del 23 Dicembre 2020 impegna il Presidente della Regione: ad esprimere una ferma condanna rispetto all’atteggiamento dell’UE.
L’UE con questa messa in mora ha dimostrato di non voler riconoscere la specificità e l’importanza del settore turistico-balneare italiano.
L’impegno della Regione è volto a portare la problematica all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni e ad assumere ogni iniziativa possibile volta a far pressione sul Governo Italiano.
La Regione per questa ragione deve difendere in sede europea l’estensione delle concessioni marittimo-demaniali previste dalla legge 145/2018, avviando la contestuale riforma del demanio marittimo senza la quale non è possibile stabilire i termini di applicazione della Direttiva Bolkestein al comparto balneare.
Alla luce dei risultati dalla riforma de qua, la Regione deve negoziare con la Commissione Europea un’applicazione della Direttiva Bolkestein alle concessioni marittimo demaniali che sia rispettosa delle peculiarità del comparto balneare italiano e salvaguardi la continuità delle imprese balneari italiane, il loro valore economico, sociale e di tutela del patrimonio marittimo e della biodiversità.
Ecco il testo portato in commissione dal capogruppo della Lega
“Appare incomprensibile – scrivono Zinzi e gli altri consiglieri – il fatto che in piena pandemia, mentre si combatte contro una crisi economica senza precedenti che colpisce famiglie e imprese, l’UE si occupi di verificare se l’Italia rispetti o meno una Direttiva;
L’atteggiamento dell’UE pare non sia assolutamente contrastato dall’attuale Governo che, invece di difendere gli interessi dell’economia italiana, latita e non si assume alcuna responsabilità di fronte ai cittadini e alle imprese.
In un quadro legislativo reso confuso e incerto dall’inattività dei governi e dalla complessità della burocrazia europea, le imprese del settore, da tempo, chiedono certezze normative e tutela dei lavoratori e degli investimenti”.
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