Sgominata la banda del bancomat, arresti anche a Verona

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Grazie all’operazione “Sorgente”, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Padova hanno sgominato una banda colpevole di avere assaltato numerosi sportelli bancomat tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Gli sportelli bancomat venivano manomessi utilizzando le “marmotte”, congegni esplosivi artigianali.

“Un plauso agli oltre 100 militari dell’Arma che hanno compiuto questa operazione, con nove arresti e l’esecuzione di una dozzina di sequestri”, ha commentato, Luca Zaia, presidente del Veneto, “Questa è la riprova che i Carabinieri, e con loro tutti gli uomini e le donne delle Forze dell’Ordine, costituiscono un imprescindibile caposaldo di legalità sul territorio. E’ necessario dare loro più forza in termini di uomini e di mezzi, per tutelare le nostre famiglie, ma anche una economia che deve svilupparsi in modo sano e senza concorrenze sleali”.

I carabinieri sono intervenuti nelle prime ore del mattino del 18 luglio, supportati da 100 militari in forza al Comando Provinciale Patavino, tra cui anche le unità antiesplosivo del Nucleo Cinofili di Torreglia e Laives e con il concorso dei Ris di Parma e della sezione Anticrimine di Padova, mettendo fine a un’indagine iniziata lo nel 2019 nei confronti del gruppo criminale.

Nove le misure cautelari firmate dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Padova nonché 12 decreti di perquisizione. I destinatari delle misure sono stati rintracciati in varie province del Veneto (anche a Verona) e nel sud Italia.

In un garage degli indagati sono stati rinvenuti 6 ordigni esplosivi dall’elevato potenziale, costituiti da complessivi 1.200 grammi circa di polvere pirica, una batteria per innescarli elettricamente, telai in ferro artigianali utilizzati per inserire le “marmotte” nel bocchettone dei bancomat e un ariete, sempre in ferro e realizzato artigianalmente, che serviva per sfondare le vetrate degli istituti di credito, nonché altri attrezzi, indumenti utilizzati per il travisamento e un secchio, nel quale raccoglievano le banconote contenute nelle casse automatiche forzate.

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Redazione Verona

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