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Sicilia

Sicilia: il Parlamento regionale fa piovere milioni di finanziamenti a disposizione dei deputati

Pubblicato il 14 Novembre, 2023

Nel Parlamento siciliano della Regione a Statuto speciale sono riusciti a scodellare un provvedimento che sfiora il paradossale. Grazie ad una distribuzione a pioggia saranno centinaia i finanziamenti nei vari territori siciliani, per un valore complesso di 18 milioni di euro. Insomma, più fondi per tutti.

Una sorta di apoteosi di microfinanziamenti territoriali per sagre, feste di paese, presepi viventi, iniziative promozionali, memorial, feste di carnevale, manifestazioni sportive, bande musicali e le più svariate iniziative locali (anche quelle dedicati ai nonni).

Per l’Ars si vota con il proporzionale (con collegi provinciali), quindi è rilevante per i 70 parlamentari il consenso nelle varie realtà comunali. La partita si è giocata in Commissione Bilancio.

Secondo diversi addetti ai lavori il governo regionale aveva previsto 100 mila euro a testa per i 70 deputati, in realtà la divisione di ingenti fondi ha portato a circa 270 mila euro per i territori dei deputati della maggioranza e 100 mila euro per quelli di opposizione.

Il provvedimento che doveva essere snello ha avuto parecchie decine di pagine di emendamenti, e ben 364 nuovi commi. Il provvedimento con i tanti finanziamenti a pioggia richiama alla memoria la famosa tabella H in vigore all’epoca del presidente Totò Cuffaro, la tabella fu molto criticata e in seguito abolita. Adesso è rinata e gode di molte attenzioni trasversali. L’elenco dei finanziamenti è lungo, balza alla vista la somma di 200 mila euro al Comune di Catania (ente in dissesto finanziario) per il Capodanno. Il comune etneo a forte maggioranza di centro-destra ottiene anche 426 mila euro per il Teatro Bellini (che va sottolineato è un’istituzione culturale di valore).

Ha incuriosito i siciliani il finanziamento di 80 mila euro ad un’associazione di Catania per una manifestazione culturale in ricordo di Federico III (che spostò nel Medioevo la capitale del Regno da Palermo a Catania). Si tratta dell’argomento che ha avuto bisogno del maggior tempo di discussione data la storica rivalità (nota a livello nazionale e più acuta di quella tra maggioranza e opposizione) tra palermitani e catanesi. Alla fine però l’intesa è arrivata, altri fondi cospicui ha ottenuto il territorio palermitano. E così è passato l’emendamento sulla festa di “Catania Capitale”, e l’omaggio della memoria ai piedi del vulcano a Federico III che rispetto ai suoi precedessori preferì i luoghi etnei a Palermo.

E non è tutto, sono previsti molti finanziamenti per le strutture sportive di molti Comuni (piccoli e grandi). Il dibattito non pare essere incentrato sulla visione d’insieme e le strategie per il rilancio della Sicilia ma sui finanziamenti.

Nella Regione spesso balzata agli onori delle cronache nazionali per diversi record in negativo, l’Ars (Assemblea Regionale Siciliana) è chiamata a votare una manovra con variazioni di bilancio che contengono circa 400 finanziamenti ai territori. E non poteva mancare, nell’isola delle contraddizioni, la ciliegina sulla torta: è spuntata una norma già definita “salva ineleggibili”, proposta da alcuni parlamentari del centrodestra siciliano.

Duro l’intervento del segretario del Pd, Anthony Barbagallo: “Con la norma-vergogna scritta e votata da ineleggibili per salvare la poltrona, all’Ars si è superato ogni limite. Per quel che mi riguarda la vicenda ha assunto connotazioni volte ad integrare specifiche fattispecie di reato. E ritengo che ci sia un evidente disegno criminoso, da parte dei diretti interessati che utilizzano la funzione legislativa con una sprezzante spregiudicatezza volta esclusivamente a garantire non un interesse personale, ma personalissimo. Si va dal presidente della Commissione Bilancio che anziché occuparsi di materia di bilancio fa inserire nella sua commissione una norma ordinamentale che lo salverebbe dalla decadenza definitiva”.

Il leader regionale del Pd aggiunge: “Per non parlare, poi, della norma di interpretazione autentica che sarebbe meglio definire una bugia autentica e cioè che le Ssr non sono enti strumentali della Regione quando è evidentissimo il contrario. Ce n’è abbastanza, manderemo le carte in Procura perché siamo in presenza di soggetti che in attesa di un giudizio di secondo grado intendono modificare le regole del gioco in corsa”.

Sono 4 i parlamentari a rischio decadenza. Una legge che sarebbe senza precedenti, anche per il Parlamento siciliano. Il clima è infuocato su questo punto, a mediare è chiamato il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, un paternese politicamente molto vicino al presidente del Senato Ignazio La Russa. Lo stesso Parlamento dovrà pronunciarsi più avanti sulla contrastata sanatoria delle case abusive sulle coste.

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