Pacchetto Sicurezza, via libera alla carcerazione di donne incinte o con figli piccoli

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Solo pochi giorni fa scoppiò una violenta lite tra i borseggiatori e i passeggeri su una metropolitana di Roma, un episodio che ha acceso nuovamente i riflettori su quella che sta diventando una vera piaga sociale soprattutto nelle grandi città. Le borseggiatrici, in particolare, approfittano della loro condizione di donne incinte o con bambini piccoli per rubare impunite e tornare a delinquere una volta scoperte per l’impossibilità di essere carcerate.

Ebbene il governo Meloni è corso ai ripari introducendo una novità importante nel Pacchetto Sicurezza: via libera alla carcerazione di donne incinte o con figli piccoli, fino a un anno di età. Finora i giudici non potevano applicare la pena della detenzione alle donne in queste condizioni, ma adesso diventerà facoltativo o addirittura obbligatorio se c’è il rischio di reiterazione del reato. In sostanza saranno i giudici a decidere se sia opportuno o meno spedire in carcere le donne incinte o con bambini piccoli che si macchiano di reati.

La misura “ad hoc” contro le borseggiatrici

Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, ha spiegato che la misura è stata adottata soprattutto contro le borseggiatrici a bordo dei mezzi di trasporto, che già il centrodestra cercò di inserire senza successo mesi fa. Ora la misura è stata riproposta in un disegno di lege approvato dal Governo. Esulta Salvini che ha accolto con gioia la decisione: “Possibilità di mandare in carcere le borseggiatrici incinte. Una battaglia della Lega che negli scorsi mesi era stata bloccata dalla sinistra. Avanti così”.

Piantedosi ha spiegato che molte borseggiatrici incinte o con figli piccoli approfittano della loro situazione per rubare indisturbate con la consapevolezza di evitare il carcere e con questa misura si punta ad arginare il fenomeno.

Saranno i giudici a decidere

Spetterà comunque ad ogni giudice, valutando singolarmente i diversi casi, stabilire se sia il caso o meno spedire le donne incinte o con figli piccoli in una struttura carceraria, o meglio in istituti penitenziari a custodia attenuata per madri.

La legge attuale prevedeva che ci fosse solo un differimento della pena, cioè che questa venisse rimandata fino a quando la donna non fosse stata più incinta o fino a quando il neonato non avesse avuto più necessità di allattare, oppure che la reclusione in carcere venisse sostituita dagli arresti domiciliari.

Insorge la sinistra

Il rinvio al momento non sarà più obbligatorio ma, come ha spiegato Piantedosi, la pena dovrebbe scattare solo “in presenza di eccezionali condizioni” che saranno valutate dal tribunale. Il ministro alle accuse ha replicato così: “Dobbiamo avere fiducia nella nostra magistratura”.

Una decisione aspramente criticata dal centrosinistra, in particolare da Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato, che ha tuonato: “Il Consiglio dei ministri vara il pacchetto sicurezza che mette in carcere i bambini delle donne condannate e mette in giro più armi. L’unico istinto che hanno è quello securitario, di aumentare pene e spaventare il Paese”.

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Redazione Nazionale

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