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Smart working, cosa cambia dal 15 ottobre? Come cambia il mercato del lavoro?

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Smart working, come cambiano le regole del lavoro da casa se finisce lo stato di emergenza?

Il lockdown ci ha imposto nuovi modi di vivere e lavorare, ci ha sconvolto riti, abitudini, consuetudini, ritmi e interazioni regolati non più dalla “presenza”, ma dal digitale. Abbiamo imparato a lavorare da remoto, a fare riunioni online, a conciliare ritmi casalinghi e rispettare nuove regole.

Dal 15 ottobre (a meno di deroghe) terminerà lo stato di emergenza per il Coronavirus e, di conseguenza, cambieranno anche le regole per lo smart working «semplificato» introdotto in fase di emergenza. Tutto ciò che vale oggi dovrà essere confermato (o modificato) attraverso dei contratti tra datori di lavoro e dipendenti.
La crisi emergenziale, che ha portando le aziende a sperimentare nuove modalità di organizzazione del lavoro, ha comportato la necessità di adottare il lavoro agile modificandone la finalità: da percorso di flessibilità organizzativa, orientato a conciliare le esigenze aziendali e dei dipendenti, a modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, per preservare la salute delle persone e garantire la continuità delle attività aziendali. Salvo ulteriori prolungamenti dello stato di crisi, infatti, la possibilità delle aziende di collocare i lavoratori in smart working in modo unilaterale e senza gli accordi individuali previsti dalla legge 81/2017, finisce con lo stato di emergenza.

Smart working: dopo il 15 ottobre

Cosa succederà dopo? Da dove riprenderanno le nostre vite, lavorative e familiari? Dal prossimo 15 ottobre, però, scadendo lo stato di emergenza, le aziende non potranno più imporre in maniera unilaterale lo smart working come modalità lavorativa. Ecco alcuni scenari da prendere in considerazione.
Dalla metà di ottobre, tuttavia, le nuove attivazioni dello smart working nel settore privato dovranno seguire le regole ordinarie, cioè prevedere un accordo firmato dai singoli lavoratori che fissi le modalità di esecuzione della prestazione fuori dai locali aziendali, gli strumenti da usare, i tempi di riposo e le misure per assicurare il diritto alla disconnessione. Ecco perché Confindustria e associazioni industriali stanno iniziando a incontrare i sindacati per stilare le linee guida di nuovi accordi contrattuali.

Genitori lavoratori e dipendenti pubblici

Il diritto allo smart working integrale rimarrà valido (senza possibilità di deroghe) nel caso di lavoratori genitori con almeno un figlio minore di 14 anni, fino alla prossima riapertura delle scuole del 14 settembre. A condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore non lavoratore o beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa. La normativa vigente ha poi prorogato fino al prossimo 31 dicembre il lavoro agile per il 50% dei dipendenti della Pubblica Amministrazione con mansioni che possono essere svolte da casa.

Come cambia il mercato del lavoro: i mestieri che tirano di più

E dopo la pandemia? Il futuro per il mercato del lavoro e i lavoratori? Lavori che tirano di più e attività in caduta libera.

Quali sono i lavori in crescita? Le attività legate alla cura delle persone. Spiccano le attività di pulizia con un aumento di 5.600 unità, quelle relative a tatuaggi e piercing, con più di 5mila, a cui seguono i lavori di giardinaggio, parrucchieri ed estetisti, organizzatori di eventi e matrimoni, robivecchi, cura degli animali, toelettatori, addestratori e dog sitting.

E quelli in calo? Accanto a quelle attività in crescita, ci sono poi quelle  in calo, che risultano in contrazione, quelle legate alle attività artigiane come le costruzioni e ristrutturazioni, scese di 18.500 unità, elettricisti che hanno subito un calo di 5.500 unità, padroncini del trasporto su strada, meccanici, che risultano a -4.500 unità e ancora falegnami, muratori e piastrelllisti.

Secondo i dati di Unioncamere, poi, ad investire in nuove attività sono anche gli stranieri, così come gli under 35 e le donne. Gli stranieri sembrano investire soprattutto nelle attività legate alle costruzioni mentre le donne in quelle legate alla cura delle persone.

Il “lavoro agile” è cambiato, sta cambiando velocemente e, a maggior ragione, servono misure ad hoc che possano rispondere ai nuovi modelli organizzativi del lavoro subordinato.

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Milena Sala

Giornalista Day Genova Day La Spezia

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