Federico Sboarina al penultimo posto nella graduatoria del “Governance Poll” sul gradimento dei sindaci veneti presentato oggi dal Sole 24 Ore.
A livello nazionale, il sindaco di Verona si ferma all’84esimo posto con il 49,6% dei consensi, cioè -8,5% rispetto al 2017 (58,1%).
Relativamente alla classifica dei sindaci più amati in Veneto, al primo posto svetta il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro con una percentuale di gradimento del 60,5%, in crescita del +7,3% rispetto alla percentuale con cui fu eletto cinque anni fa, risultando il quinto sindaco più «amato» a livello nazionale, il secondo tra gli amministratori di centrodestra.
Al secondo posto il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro ( -6,4%), seguito dal sindaco di Treviso, Mario Conte (+0,6%). Al quarto posto il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco (+0,8%). Al quinto posto il sindaco di Rovigo, Edoardo Gaffeo (-0,9%) e al sesto posto il sindaco di Verona, Federico Sboarina che perde consenso (-8,5%). All’ultimo posto il sindaco di Padova, Sergio Giordani ( -9,1%).
La risposta del sindaco di Verona rispetto a questa classifica non si è fatta attendere. “Ho ancora due anni di tempo per convincere lo 0,5% dei veronesi e vincere così al primo turno le Comunali del 2022”, ha commentato Sboarina , “La classifica pubblicata oggi dal Sole24Ore dice che, se ci fossero adesso le elezioni, il 49,6% dei veronesi voterebbe per me, ricordo che l’11 giugno 2017 ho passato il primo turno con il 29,1% dei consensi. Per quanto possa valere questa indagine, dico che sono contento di questo mini sondaggio perché significa che in tre anni i veronesi sono passati dal voto sulla fiducia della campagna elettorale al consenso sul lavoro fatto fin qui, nelle piccole e grandi partite. Quello che hanno visto finora, dalla ripartenza dei lavori pubblici ai grandi progetti di modernizzazione, è evidentemente condiviso. Prendo il 49,6% come un bell’incitamento a proseguire con l’impegno di fare ancora meglio per recuperare il piccolo scarto e vincere senza ballottaggio la prossima volta. I voti del ballottaggio, infatti, non sono mai interamente voti propri perché rispecchiano gli apparentamenti dell’ultima settimana e non sempre sono riferibili interamente solo all’elettorato di area”.
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