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Spaccio nel carcere di Secondigliano, l’indagine si allarga: le donne dei detenuti percepivano il reddito di cittadinanza

Si allarga l’indagine che vede coinvolti detenuti e agenti corrotti nel carcere di Secondigliano.

Pubblicato il 22 Marzo, 2022

Nell’ambito dell’operazione avvenuta ieri che ha visto i Carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, in collaborazione con il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, eseguire un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura – Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di oltre 20 soggetti, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e corruzione per commettere atti contrari ai doveri d’ufficio è finito in manette anche M.P., nato a Napoli il 30 gennaio 1990.

L’uomo, messo alle strette dalle incessanti ricerche dei militari dell’Arma, si è costituito presso la caserma Pastrengo del comando provinciale di Napoli per essere poi trasferito al carcere di Santa Maria Capua Vetere a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

I Carabinieri del nucleo investigativo, insieme ai colleghi del nucleo ispettorato del lavoro di Napoli, hanno poi effettuato degli accertamenti sui nuclei familiari delle persone coinvolte dalla misura cautelare.

E’ emerso che 5 persone percepissero indebitamente il reddito di cittadinanza e pertanto sono state denunciate a piede libero e segnalate all’Inps. Le indagini dei militari hanno permesso di accertare che le 5 persone, tutte donne, hanno omesso di dichiarare nella richiesta del beneficio lo stato detentivo del proprio familiare percependo illegittimamente la somma complessiva di 33mila euro circa.

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