Parola d’ordine “stabilizzare i precari” è questa la priorità dei sindacati toscani della scuola che questa mattina hanno fatto il punto della situazione.
“Non siamo contrari al concorso straordinario, ma siamo contrari a farlo nel mezzo dell’emergenza Covid e con queste modalità, che sono ingiuste per molti docenti (quelli in quarantena ad esempio non potranno partecipare) e che, soprattutto, anziché risolvere stanno aggravando la situazione delle cattedre vuote nelle scuole” così fanno sapere dall’auditorium Cisl in via Benedetto Dei, Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals-Confsal, Gilda-Unams.
Sono 4832 le cattedre scoperte in Toscana dall’infanzia alle superiori, perché delle 6462 stabilizzazioni autorizzate si è riusciti a coprirne solo 1630, e 32 per il sostegno. Il resto è rimasto tutto precario.
Una situazione pesante, causata da problemi ormai cronici, dai ritardi del ministero e dalla scelta completamente illogica di varare proprio quest’anno nuove procedure per le supplenze; una situazione, soprattutto, a cui il concorso straordinario non porrà assolutamente rimedio e che paradossalmente si aggraverà se gli esiti del maxi concorso non potranno essere applicato nemmeno al prossimo anno scolastico.
Soluzioni alternative? È la domanda che si pongono i sindacati ed a cui danno anche un risposta.
“Si c’erano -hanno spiegato i rappresentanti sindacali- bastava far entrare in servizio per un anno i docenti che possono partecipare a questo concorso (quindi con almeno 36 mesi di insegnamento): un anno di prova in cui alla docenza avrebbero affiancato la formazione, con un esame finale, che salvaguardasse il merito e garantisse la qualità degli insegnanti. Lo abbiamo proposto, ma la Ministra non ha voluto ascoltarci.”
Così è successo che in tanti hanno rifiutato anche le supplenze in questo inizio di anno, per il timore di finire in quarantena e non poter partecipare al concorso o semplicemente per poter studiare per quella che è stata prospettata loro come l’unica possibilità di stabilizzazione. Ed è questo uno dei motivi delle tante cattedre scoperte e dei tanti orari provvisori a oltre un mese dall’inizio della scuola.
“Chi ci accusa di non volere il concorso perché siamo contrari al merito, mente o non sa di cosa sta parlando. Il concorso lo abbiamo chiesto noi per anni, ma non andava fatto ora, in piena pandemia, e non così. Abbiamo avanzato proposte basate sulla logica e la conoscenza del settore, per il bene della scuola e degli studenti; al ministero hanno preferito seguire l’ideologia.”
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