Pubblicato il 8 Maggio 2025
Non solo bilancia commerciale: dietro le tariffe imposte da Trump c’è anche il sostegno alle aziende di Elon Musk
Le tariffe imposte dall’ex presidente Donald Trump a gran parte dei Paesi del mondo non avevano solo l’obiettivo di riequilibrare la bilancia commerciale degli Stati Uniti. Secondo un’inchiesta del Washington Post, i dazi avrebbero anche avuto la funzione strategica di favorire l’espansione internazionale di Starlink, il servizio internet via satellite di proprietà di SpaceX, azienda guidata da Elon Musk.
La rivelazione arriva da una serie di dispacci diplomatici del Dipartimento di Stato che mostrano come le pressioni sulle autorità estere andassero ben oltre la semplice politica economica.
Pressioni diplomatiche per aprire mercati a Starlink
I documenti rivelano che ambasciate e funzionari del Dipartimento di Stato hanno invitato numerosi governi a eliminare gli ostacoli normativi per le comunicazioni satellitari, con riferimenti espliciti a Starlink.
Sebbene non ci siano prove di favori diretti tra l’amministrazione Trump e la società di Musk in cambio della riduzione dei dazi, è emerso che l’allora segretario di Stato Marco Rubio aveva dato indicazioni precise affinché venisse agevolato l’accesso regolatorio per l’azienda.
Il caso Lesotho: tariffe e licenza in tempi record
Un esempio concreto arriva dal Lesotho, un piccolo stato africano colpito da dazi del 50% imposti da Trump. Pochi giorni dopo l’introduzione delle tariffe, le autorità locali hanno incontrato i rappresentanti di Starlink, che da tempo cercava l’accesso a quel mercato.
Il risultato? Una licenza decennale per offrire connettività satellitare a circa due milioni di persone, concessa subito dopo l’apertura dei colloqui commerciali stimolati dagli Stati Uniti.
L’India accelera l’autorizzazione di Starlink per favorire i rapporti con Washington
Anche in India, secondo due fonti citate dal Washington Post, le autorità avrebbero accelerato il processo di autorizzazione per Starlink nella speranza che questa apertura potesse agevolare le trattative per una riduzione dei dazi commerciali con gli Stati Uniti.
La strategia continua sotto Biden: la spinta ai satelliti LEO
Questa politica di sostegno alla diffusione di Starlink non si è fermata con l’arrivo dell’amministrazione Biden. Secondo i dispacci, a dicembre l’allora segretario di Stato Antony Blinken ha firmato un cablogramma in cui le ambasciate venivano invitate a promuovere le tecnologie satellitari in orbita bassa (LEO) come alternativa alle infrastrutture tradizionali, specificando però di ampliare l’offerta oltre Starlink.
Starlink come strumento geopolitico e di sicurezza
Durante l’era Trump, l’approccio è stato più esplicito: i dispacci firmati da Marco Rubio invitavano chiaramente il corpo diplomatico a sostenere Starlink come risposta alla concorrenza cinese e russa. In Turchia e in Mali, l’intervento delle ambasciate americane ha facilitato contatti e negoziazioni con i governi locali.
Un’arma diplomatica senza accordi ufficiali
Ad oggi non sono stati firmati nuovi trattati commerciali, ma la documentazione raccolta mostra come gli Stati Uniti stiano utilizzando i dazi e la pressione diplomatica come leva per rafforzare la posizione delle proprie aziende tecnologiche all’estero, con Starlink in prima linea.