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Stati Uniti pronti a colpire il Venezuela: possibili attacchi contro basi militari legate al cartello della droga

Pubblicato il 31 Ottobre 2025

Fonti: operazione militare imminente contro obiettivi strategici

Secondo quanto riportato dal Miami Herald e confermato dal Wall Street Journal, Washington avrebbe pianificato un attacco aereo contro installazioni militari in Venezuela, considerate collegate al cartello della droga “Soles”, ritenuto dagli Stati Uniti guidato direttamente dal presidente Nicolás Maduro e da membri di alto rango del suo governo.

Fonti vicine all’amministrazione statunitense hanno riferito che gli attacchi potrebbero avvenire in qualsiasi momento, anche nelle prossime ore o giorni, con l’obiettivo di neutralizzare le basi operative del cartello e colpire la sua catena di comando.

Le accuse contro Maduro e il cartello Soles

Gli Stati Uniti accusano il presidente venezuelano di essere parte integrante di un’organizzazione criminale internazionale che avrebbe trasformato il Paese in un nodo cruciale del traffico di stupefacenti. Secondo le informazioni raccolte da Washington, il cartello Soles esporterebbe ogni anno circa 500 tonnellate di cocaina, destinate principalmente a Europa e Stati Uniti.

Una fonte citata dal Miami Herald ha affermato che Maduro si trova in una posizione sempre più isolata: “Maduro sta per ritrovarsi intrappolato e potrebbe presto scoprire di non poter fuggire dal Paese, anche se decidesse di farlo. Quel che è peggio per lui è che ora c’è più di un generale disposto a catturarlo e consegnarlo”.

Una crisi pronta a esplodere

La prospettiva di un intervento militare diretto degli Stati Uniti apre un nuovo capitolo nella lunga tensione tra Washington e Caracas. Le accuse di narcotraffico contro il governo venezuelano rappresentano, secondo gli analisti, un possibile preludio a un’escalation senza precedenti nella regione latinoamericana.

Il mondo osserva ora con attenzione i prossimi sviluppi, mentre il rischio di un conflitto armato tra i due Paesi appare più concreto che mai. Fonte: LaPresse

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