Strage di Corinaldo: “Tutti consapevoli dello spray al peperoncino”

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“Tutti gli imputati erano presenti, la sera tra il 7 e l’8 dicembre 2018 presso la discoteca Lanterna Azzurra; tutti erano adusi all’utilizzo dello spray al peperoncino per la commissione di azioni predatorie ed erano assolutamente consapevoli degli effetti della diffusione della sostanza urticante”.

Lo scrivono i giudici della Quinta sezione penale della Cassazione nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 12 dicembre hanno confermato le condanne, tra i 12 anni e mezzo e i 10 anni e 9 mesi per i sei giovani della Bassa Modenese accusati di essere i componenti della “banda dello spray” che nel dicembre 2018 provocò la fuga di massa dal locale Lanterna Azzurra a Corinaldo, in provincia di Ancona.

I condannati ono Ugo Di Puorto, 19 anni, Andrea Cavallari, 20 anni di Bomporto, Moez Akari, 22 anni, Raffaele Mormone, 19 anni di San Cesario sul Panaro, Badr Amouiyah, 19 anni, e Sohuibab Haddada.

Nella calca morirono schiacciati 5 adolescenti e una mamma di 39 anni. Per i componenti del gruppo, le accuse sono di omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere finalizzata a furti e rapine, lesioni personali anche gravi.

Gli imputati, sottolineano i giudici, erano giunti alla discoteca, ”in accordo tra loro, al fine di commettere furti in danno degli avventori; erano a conoscenza che lo spray al peperoncino, già usato in passato, fosse nella disponibilità del gruppo per essere utilizzato ai fini della consumazione e del buon esito delle sottrazioni di monili. Tanto permette di dedurre con sufficiente certezza come tutti i ricorrenti, utilizzando consapevolmente lo spray (o anche solo approfittando dell’uso altrui), fossero pienamente consapevoli delle lesioni conseguenti alla diffusione della sostanza urticante e ne abbiano accettato la verificazione, quale effetto (strumentale) necessario per il raggiungimento del loro obbiettivo ultimo: la consumazione delle attività predatorie’’.

”Se non fosse stato utilizzato a fini lesivi lo spray urticante – evidenziano i giudici – non si sarebbe creata una situazione (incontrollabile) di panico generalizzato, le vittime non sarebbero state costrette a fuggire e a percorrere la rampa dell’uscita di sicurezza n. 3, né sulla stessa vi sarebbe stata la presenza di una massa di persone pressante sulle balaustre”.

La strage, dunque, non ci sarebbe stata.

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Alessandro Sofia

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