Struttura Elena residence: il Tar annulla l’ordinanza di chiusura del Comune

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Riceviamo e pubblichiamo da Lelio De Santis, capogruppo Cambiare insieme al Consiglio comunale: “L’ordinanza del 13 agosto scorso, a firma del dirigente Domenico De Nardis, di chiusura delle attività di accoglienza svolte e di cessazione dell’esercizio alberghiero è stata annullata dal Tar Abruzzo per difetto di motivazione e per carenza di istruttoria. Questo avviene mentre infuria la polemica in città per un’analoga ordinanza del Comune, a firma dello stesso Dirigente De Nardis, che prevede la chiusura delle attività di assistenza e di accoglienza della Fraterna Tau e la demolizione di tutte le strutture realizzate dopo il sisma a piazza d’Armi, compresa la Chiesa di San Bernardino. Sembra che l’obiettivo comune di entrambe le ordinanze sia l’accoglienza e la gestione degli immigrati, assegnati sulla base della normativa vigente dalla
Prefettura
. Al di là delle ragioni amministrative e degli eventuali vizi
urbanistici, veri o strumentali, riguardanti le due strutture, oggetto
delle ordinanze dirigenziali, a me preme constatare che ci troviamo in
presenza di provvedimenti forse non meditati a sufficienza e non
valutati, anche nella loro portata sociale e politica. In particolare,
l’ordinanza di demolizione delle strutture di Piazza d’Armi, realizzata
ai sensi della Delibera consiliare 58, ha prodotto legittime reazioni
per il modo ed i tempi di una decisione apparsa a tutti mirata ed
eccessiva, nel considerare anche che di manufatti provvisori, non in
regola o non rinnovati, in città ce ne sono 5.000
. Sono tutti per uso
abitativo privato, mentre le strutture di Piazza d’Armi hanno una
funzione pubblica, di culto e di assistenza sociale, con la mensa che ha
supplito alle carenze ed ai ritardi del Comune
, che ancora oggi non è in
grado di erogare tutti i buoni spesa Covid del mese di aprile. Chi ha
deciso di demolire e di cominciare dalle strutture di interesse
sociale
? A me interessa allora sapere se il sindaco, Pierluigi Biondi,
fosse a conoscenza delle due ordinanze o se le stesse siano frutto solo
dell’autonoma e legittima decisione del dirigente, a cui spetta ai sensi
del decreto legislativo 267/2000. Questa città ha mille problemi e
l’amministrazione attiva, invece di cercare le soluzioni, si adopera per
crearne altri, sovente con strumenti e metodi sbagliati ed istintivi,
che spesso i tribunali cancellano. Amministrare significa fare,
risolvere i problemi, ricercando le giuste soluzioni e non usando solo e
discrezionalmente l’accetta della norma”.

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Redazione LAquila

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