Pubblicato il 21 Giugno 2025
Un evento tra arte, politica e riflessione sociale
E’ stata presentata il 19 giugno, nel locale Casamora in via di Monte Testaccio 65b, Roma, la mostra “The Ideological World” dell’artista romano Mariano Mazzelli. L’evento è stato curato da Gianni Maiellaro per MaielArt e da Giorgio Vulcano, noto critico d’arte.
La serata si è aperta con una degustazione della linea di vini “Old Boy”, ispirata al celebre film del regista coreano Park Chan-wook. Le tre etichette, Hey Boy, Hey Girl, Hey You, hanno accompagnato l’incontro tra arte e pensiero critico, seguito da una cena e dalla performance musicale del Trilogy Acoustic Duo.
Un confronto tra artisti, critici e politica
Dopo l’introduzione di Gianni Maiellaro, hanno preso la parola:
- Stefano Caldoro, ex Presidente della Regione Campania ed ex Ministro, oggi consigliere del governo Meloni per i rapporti con le parti sociali;
- Giorgio Vulcano, curatore della mostra e critico d’arte;
- Mariano Mazzelli, autore delle opere in esposizione.
L’onorevole Caldoro ha sottolineato l’importanza dell’arte come strumento di riflessione, capace di comunicare anche in modo provocatorio senza perdere valore educativo e sociale.
Giorgio Vulcano ha evidenziato come Mazzelli riesca a coniugare ironia e critica politica, storicizzando il concetto di ideologia: “L’arte ironica e dissacrante di Mazzelli mette in crisi le certezze, interrogando lo spettatore sulle incoerenze e sugli interessi opportunistici che dominano la scena politica. Il suo linguaggio iconoclasta fonde simboli pop, storia e critica del capitalismo per scuotere le coscienze”.
Secondo Vulcano, l’artista non si limita a provocare, ma invita a riflettere su una realtà spesso distorta da comunicazioni spettacolarizzate e prive di una vera coerenza etica.
La voce dell’artista: arte come dissenso
Nel suo intervento, Mariano Mazzelli ha chiarito le motivazioni alla base della mostra: “Gli eventi degli ultimi anni, in particolare la guerra russo-ucraina, mi hanno spinto a mettere in discussione il senso della politica e delle ideologie. Le mie opere sono un cortocircuito tra parole e immagini, un gioco dissacrante che vuole svelare le contraddizioni del potere”.
Ha aggiunto: “Mi interessa disorientare lo spettatore, mostrarne la confusione come specchio dello smarrimento collettivo. L’arte, in questo scenario, diventa dissenso puro”.
Un esempio emblematico è l’opera in ferro “La gabbietta di Putin”, che secondo Mazzelli: “Rappresenta un mondo costruito su simboli ideologici ormai svaniti ma ancora influenti. Le ‘gabbiette’ in cui si chiudono i potenti, mentre cinguettano e si sfidano, raccontano un potere sempre meno romantico e sempre più violento”.
Uno stile coerente e riconoscibile
Mazzelli non è nuovo a questo tipo di arte. La sua produzione fonde grafia e pittura per esplorare il sociale e l’interiorità dell’essere umano. Particolare è l’attenzione per l’espressione popolare, spesso in contrasto con la comunicazione istituzionale e mediatica.
Tra i lavori più noti si ricorda la trilogia su Pier Paolo Pasolini, culminata nel 2015 con “Requiem”, un’installazione site-specific realizzata in un capannone industriale dismesso alla periferia di Trieste, per commemorare i quarant’anni dalla morte del poeta.
La mostra
“The Ideological World” comprende otto opere su espanso rigido e una scultura in ferro. Sarà visitabile fino al 27 luglio 2025 presso “Casamora”, in via di Monte Testaccio 65b, Roma.
Durante alcune serate, sarà presente l’artista, disponibile a dialogare con i visitatori e rispondere alle loro domande. Nella foto d’apertura e sotto: alcune delle opere in mostra


