Sono le acque di Molfetta e Giovinazzo – in provincia di Bari – e di Torre Canne – nel Brindisino – le zone colpite dalle maggiori concentrazioni di Ostreopsis ovata, tristemente nota ai cittadini pugliesi come alga tossica.
Il fenomeno, cominciato all’inizio degli anni Duemila e probabilmente dovuto all’incagliamento di frammenti d’alga nelle acque di zavorra di navi provenienti da Oriente, dove la specie è endemica, si è poi riproposto annualmente sull’intero litorale adriatico, causando talora numerosi disagi e perfino divieti di balneazione.
Nella specie è stata individuata una tossina (Palitossina simile) in grado di produrre morie e/o sofferenze di organismi marini (stelle di mare, ricci, granchi, molluschi cefalopodi, ecc.) in caso di elevata concentrazione nelle acque e sui fondali. Ma l’alga può produrre effetti anche sull’uomo. In caso di alte concentrazioni, può indurre infatti malessere transitorio nei bagnanti: riniti, faringiti, laringiti, bronchiti, febbre, dermatiti, congiuntiviti, in particolare dopo mareggiate, che favoriscono la formazione di aerosol marino, che può diffondere la tossina nell’aria.
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