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Tra memoria e progetto: la Scuola medica nella Contea di Modica

Pubblicato il 9 Dicembre, 2021

Si terrà sabato 11 dicembre alle ore 17.30 a Palazzo della Cultura una conferenza per ricordare i 250 anni dalla scomparsa di Gaspare Cannata (1714-1771), il prestigioso clinico che ristrutturò le famose botti fumigatorie dove si curava la sifilide e che con le sue innovative terapie salvò nel 1763 dalla terribile epidemia di “febbre maligna” la città di Palermo.

Con lui e dopo di lui, una generazione di talentuosi clinici e chirurghi (da Giorgio Giannone Castagna a Michele Gallo e a Socrate Polara) ha consolidato nel tempo la fama e la fiducia verso un gruppo di professionisti di alto profilo che ebbero continue relazioni con le istituzioni sanitarie europee e che riuscì a trasformare l’antico Ospedale della Pietà a Modica in un centro all’avanguardia nella diagnosi e trattamento di numerose malattie. A tracciare la biografia di Cannata e le coordinate culturali dell’ambiente medico del Settecento modicano sarà il prof. Uccio Barone, Emerito di Storia Contemporanea e coordinatore scientifico della Fondazione “Salvatore Calabrese” presieduta dal dott. Luigi Calabrese, che si è costituita di recente allo scopo di coniugare la tradizione scientifica della Contea con la ricerca interdisciplinare sui Beni Culturali del territorio ibleo.

All’iniziativa, che ha il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Modica, aderiscono il Rotary club, la Fondazione “G.P.  Grimaldi”, l’Unitre e l’Ordine dei medici della provincia di Ragusa, che intendono “fare rete” per dare sostegno e continuità al progetto. Sarà un momento d’incontro molto interessante – ha dichiarato il Sindaco Ignazio Abbate e l’Assessore alla Cultura Maria Monisteri – per capire come è perché si formò una Scuola medica nella Contea di Modica e soprattutto per conoscere i protagonisti di quella straordinaria stagione che nel corso del Settecento polarizzò l’attenzione internazionale verso la sperimentazione scientifica avviata da Tommaso Campailla e dai suoi allievi. Sarà altresì importante organizzare e avviare dei percorsi che possono valorizzare questa tradizione e inserirla nei circuiti culturali nazionali.

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