Tragedia di Rigopiano: il processo va avanti, nonostante la pandemia. Via via, i tasselli della vicenda si sistemano e accade che i responsabili, una volta individuati, non la passino liscia.
Romolo Reboa, avvocato di parte civile, si è espresso in questo modo: “Abbiamo depositato oggi un’istanza di sequestro conservativo contro Paolo D’Incecco: posto che non è possibile toccare i suoi immobili, sarà sequestrato il suo stipendio, nei limiti di legge. D’Incecco risulta responsabile (uno dei maggiori responsabili) per il suo ruolo alla Provincia di Pescara: data la situazione meteorologica, era stata sgombrata la strada dalla neve per permettere alle persone di raggiungere l’albergo, sito in alta montagna, ma i malcapitati di fatto erano stati imprigionati in quel contesto dorato, poiché la strada non era stata tenuta sgombra successivamente al loro arrivo. Quando il notaio ha eseguito l’istanza di sequestro già formulata, si è accorto del fatto che il D’Incecco medesimo qualche ora prima di essere iscritto nel registro degli indagati (ecco un’implicita ammissione di responsabilità, della quale il giudice dovrà tenere conto) aveva posto in essere un atto di scioglimento della comunione con sua moglie, proprio un mese dopo la tragedia. Alla moglie stessa restava la proprietà della casa, a lui soltanto il diritto di abitarvi: in questo modo, l’appartamento non poteva essere sequestrato (atto dispositivo senza trasferimento di denaro, relativo a beni non più sottoponibili a sequestro o pignoramento). Una mossa, questa, contro la quale potremo in seguito agire in sede civile“.
Gli avvocati della parte civile: Romolo Reboa, Gabriele Germano, Massimo Reboa, Silvia Rodaro, Maurizio Sangermano, Roberta Verginelli.
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