Pubblicato il 10 Maggio 2025
Ottava vittima legata al naufragio dello yacht del magnate Mark Lynch
Nuova tragedia nel mare di Porticello, dove si stavano svolgendo le operazioni per il recupero del relitto del Bayesian, lo yacht affondato nove mesi fa durante una tempesta.
Robcornelis Maria Huijben Uiben, subacqueo olandese di 39 anni, ha perso la vita durante un’immersione. L’uomo era impegnato in un’operazione tecnica ad alta profondità, a circa 49 metri sotto il livello del mare, quando si è verificato l’incidente. Le cause esatte del decesso restano ancora da chiarire.
Un recupero complesso e pericoloso
Il sub, secondo le prime ricostruzioni, stava cercando di tagliare il boma della barca, inizialmente con delle chiavi inglesi e successivamente utilizzando un cannello a ossiacetilene. Subito dopo l’intervento, il boma avrebbe potuto comportarsi come una leva, provocando il distacco di materiale metallico che avrebbe colpito Uiben in pieno.
Le immagini subacquee che riprendevano l’intervento si sono interrotte bruscamente, dopodiché è scattato l’allarme e il successivo recupero del corpo. Al momento dell’incidente erano presenti sulla banchina i militari della Guardia Costiera. Si era inizialmente parlato di una possibile esplosione sott’acqua, ipotesi poi non confermata, mentre è stata esclusa l’eventualità di un malore.
Le indagini: possibile sequestro del cantiere
Sarà il pubblico ministero Raffaele Cammarano a occuparsi delle indagini. Lo stesso magistrato è titolare dell’inchiesta principale sull’affondamento del Bayesian, avvenuto il 19 agosto scorso e che ha provocato la morte del magnate inglese Mark Lynch, di sua figlia Hannah, di Jonathan Bloomer e sua moglie Judy, della coppia Chris Morvillo e Neda, e del cuoco di bordo Thomas Recaldo. Altre 15 persone sopravvissero al disastro.
Con questo incidente, il bilancio delle vittime sale a otto. È probabile che le operazioni di recupero del relitto subiscano un ulteriore rinvio e che venga disposta l’autopsia sul corpo del sub. Non si esclude anche un sequestro del cantiere.
Arrivata la gru Hebo Lift 10, ma i tempi si allungano
Solo ieri, nelle acque del relitto, è arrivata la Hebo Lift 10, una delle gru marittime più potenti d’Europa, con una stazza lorda di 5.695 tonnellate. La nave era partita da Termini Imerese dopo essere giunta da Rotterdam e si è affiancata alla Hebo Lift 2, già presente da alcuni giorni in zona.
Negli ultimi giorni si erano conclusi i lavori di assemblaggio delle attrezzature di sollevamento e il reclutamento degli esperti coinvolti nella complessa operazione, che secondo le previsioni iniziali doveva terminare entro fine mese. Ma ora, a causa del tragico evento, i tempi si prospettano decisamente più lunghi.
Le indagini sul naufragio: ancora molte incognite
Le autorità confidano che l’analisi del relitto potrà fornire risposte determinanti per chiarire i numerosi dubbi legati al naufragio. Resta da capire se l’affondamento sia stato provocato da una concatenazione di errori umani, come inizialmente ipotizzato dalla Procura di Termini Imerese, o se vi siano altre cause da esplorare.
Nel registro degli indagati figurano tre membri dell’equipaggio, accusati di omicidio colposo plurimo e naufragio colposo: il comandante neozelandese James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio Matthew Griffith, che era di guardia sulla plancia durante la notte della tempesta.