Pubblicato il 21 Maggio 2025
Un gesto straordinario scrive una nuova pagina nella medicina italiana
Immagine di repertorio
Un eccezionale intervento di trapianto di rene da donatore vivente è stato eseguito all’ISMETT di Palermo, centro di eccellenza nato dalla sinergia tra la Regione Siciliana e l’UPMC (University of Pittsburgh Medical Center). Protagonista di questa storia è Teresa, una madre di 77 anni, tra le donatrici più anziane mai registrate in Italia, che ha donato un rene alla figlia Rosa, affetta da grave insufficienza renale.
“Non ho avuto dubbi: volevo aiutare mia figlia”
“Quando ho saputo che potevo donare il rene a mia figlia non ho avuto alcun dubbio“, ha dichiarato Teresa all’ANSA. “Il mio corpo sta bene, non ho problemi particolari. Lo rifarei ancora. Grazie a questo gesto ho potuto alleviare le sue sofferenze”.
Questo atto di amore e coraggio, oltre a colpire per la sua valenza emotiva, ha anche un forte significato clinico: dimostra che la donazione di organi da vivente è possibile anche in età avanzata, se accompagnata da scrupolosi controlli medici e tecnologie chirurgiche all’avanguardia.
I dati confermano: trapianto da vivente, opzione efficace e sicura
Secondo i dati del Centro Nazionale Trapianti, tra il 2002 e il 2022 in Italia sono stati effettuati 4.599 trapianti di rene da donatore vivente. I numeri parlano chiaro:
- Sopravvivenza a un anno: 98,7%
- Sopravvivenza a cinque anni: 96,8%
Il caso di Teresa e Rosa è destinato a diventare un esempio, non solo per la sua rarità, ma anche per il forte messaggio di speranza: l’età anagrafica non è un ostacolo assoluto alla donazione, quando la salute generale è buona.
L’età biologica conta più dell’età anagrafica
A confermare l’importanza del caso è la dottoressa Barbara Buscemi, responsabile medico del programma di trapianto di rene di ISMETT-UPMC.
“Questo intervento dimostra che ciò che conta è l’età biologica”, ha spiegato. “La signora Teresa, nonostante i suoi 77 anni, ha avuto un decorso post-operatorio perfetto: si è alzata il giorno dopo l’intervento ed è stata dimessa in tempi brevi“.
Tecniche chirurgiche innovative al servizio della vita
Il trapianto è stato effettuato utilizzando nefrectomia laparoscopica, una tecnica chirurgica mini-invasiva che consente un recupero più rapido e minori complicanze rispetto alle procedure tradizionali.
Rosa, la figlia trapiantata, ha raccontato: “Ero iscritta in lista d’attesa per un rene da donatore cadavere, ma i tempi si allungavano e la mia salute peggiorava. Quando mia madre si è offerta di donarmi il rene, ero preoccupata. Poi mi sono affidata ai medici e tutto è andato per il meglio“.
Un messaggio di speranza per molte famiglie
Questa storia dimostra come la donazione da vivente possa rappresentare una concreta possibilità di salvezza, anche in casi in cui l’età del donatore potrebbe far pensare il contrario. Un gesto d’amore che si trasforma in vita, grazie all’impegno della medicina e alla forza dei legami familiari.