Tra le tante app che si stanno diffondendo tra i giovani ce ne sono alcune molto controverse e discutibili, come Bikinioff, un’applicazione che di fatto “spoglia” le donne mostrandole in topless, anche se si tratta ovviamente di foto false. Con quest’app un’insegnante pontina fu “spogliata” e le sue foto finirono addirittura su un sito per adulti.
Qualcosa di molto simile è accaduto in ben due scuole di Treviso, una scuola media e un liceo, dove due ragazze sono state “spogliate” con un’app e le loro foto in topless (naturalmente sempre finte) hanno iniziato a circolare tra i ragazzi.
Come riporta il Gazzettino le due ragazze hanno scoperto le foto e i genitori, furiosi, hanno prima segnalato l’accaduto alle scuole e poi hanno sporto denuncia.
Negli ultimi anni, soprattutto in ambienti scolastici, si stanno diffondendo sempre di più i casi di revenge porn e sextortion, cioè la minaccia di diffondere foto hot online in cambio di denaro o altro.
Poco importa che le foto siano contraffatte, le conseguenze per le vittime sono comunque devastanti soprattutto considerando che casi del genere sono sempre più diffusi tra giovanissimi e minorenni.
Gli agenti della polizia postale stanno indagando per scoprire chi ha contraffatto le foto e chi ne ha favorito la condivisione e la diffusione. Se gli autori del gesto dovessero avere più di 14 anni rischiano una doppia denuncia: una per diffamazione e l’altra per produzione di materiale pedopornografico.
Casi del genere non sono certo isolati, infatti ad aprile due 14enni “spogliarono” 5 compagne di classe e diffusero le loro foto contraffatte, per le quali furono indagati per la produzione di materiale pedopornografico. Risposero ai carabinieri che il loro era solo uno scherzo, senza immaginare i danni devastanti procurati alle vittime di questa squallida vicenda.
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