Truffatori via sms sbagliano vittima e contattano il comandante dei carabinieri. Denunciati

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Dalle truffe sentimentali alle truffe online fino alla truffa del finto nipote: oggi i pericoli sono ovunque e i truffatori sono sempre più spietati e pronti a tutto pur di spillare un bel po’ di soldi dai malcapitati. Uno dei casi più eclatanti riguarda una 43enne di Jesi, che aveva speso tanti soldi per il suo matrimonio, salvo poi scoprire che il suo futuro marito era in realtà un truffatore che le aveva già spillato molto denaro.

Un’altra truffa è stata scoperta di recente e ha visto coinvolto addirittura Teo Luzi, il comandante generale dell’Arma dei carabinieri. I due truffatori, mamma e figlio ucraini di 45 e 21 anni, hanno messo in piedi una truffa tristemente nota: far finta di essere parenti in difficoltà e chiedere soldi da accreditare con un bonifico o una ricarica.

La truffa

I due truffatori hanno adottato la cosiddetta “pesca a strascico”, che prevede l’invio di messaggi ad una serie di numeri telefonici nella speranza che qualcuno abbocchi all’amo. Questa volta però hanno pescato nel posto sbagliato e infatti hanno inviato un messaggio Whatsapp al comandante generale dell’Arma dei carabinieri.

Come ha raccontato Luzi a Dagospia, i malfattori hanno fatto finta di essere la figlia in difficoltà che aveva bisogno di soldi e che si era fatta prestare il telefonino da un amico: “In sintesi – ha raccontato il comandante – volevano convincermi a fare un bonifico istantaneo di 4.900 euro. Ho capito che era una truffa perché ho chiamato mia figlia su un altro cellulare”.

La trappola

Teo Luzi, il cui nome tra l’altro è stato usato per una truffa su una falsa accusa di pedopornografia nei confronti delle malcapitate vittime, ha fatto finta di stare al gioco e ha continuato a chattare con i malfattori lasciando intendere che avrebbe effettuato il bonifico una volta arrivato a casa.

Nel frattempo ha contattato i colleghi che hanno geolocalizzato la zona da cui era partiti i messaggi e Luzi ha fatto partire la denuncia.

L’arresto

Come riportato da La Repubblica subito sono partite le indagini dei carabinieri, che hanno individuato i due truffatori in una casa di Sampierdarena, quartiere di Genova. Una volta fatta irruzione nell’abitazione, i militari hanno trovato computer, cellulari, diverse schede sim e oltre 25.000 euro in contanti, probabilmente provento delle precedenti truffe. A quanto pare i militati da tempo erano sulle tracce dei due truffatori che, grazie al loro clamoroso autogol, sono stati scoperti.

Luzi ha poi spiegato: “Bisogna fare attenzione, le truffe telefoniche sono frequentissime. È fondamentale denunciare subito. Devo ammettere che conoscono bene il “mestiere” del delinquente. Anche psicologicamente sanno quali tasti toccare”.

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Redazione Nazionale

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