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“Sei indagato per pedofilia, contattaci per regolarizzare la tua posizione”, occhio alla nuova truffa del web

Molti ignari cittadini rischiano l’infarto vedendosi recapitare queste email.

Pubblicato il 26 Aprile, 2024

In queste ultime settimane alcuni ignari cittadini, col rischio di avere un malore, si sono visti recapitare nella loro casella di posta un’email allarmante, in cui si dà comunicazione di un procedimento contro di loro per reati gravissimi, come pedofilia, pedopornografia, cyber pornografia ed esibizionismo.

La truffa che corre sul web

Si tratta naturalmente di una nuova truffa. A dire il vero tanto nuova non è, dal momento che già circolava questa email qualche anno fa. I truffatori hanno ben pensato di rispolverarla, col rischio di far venire un malore o qualcosa di peggio agli ignari cittadini.

L’email, ad un primo sguardo, sembra anche piuttosto credibile. I criminali infatti utilizzano nomi di personaggi reali, come il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi o il vicedirettore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza Nazionale Nunzia Ciardi.

Si tratta di professionisti che, loro malgrado, sono stati tirati in mezzo pur non c’entrano assolutamente nulla con questa truffa.

L’email sembrerebbe reale in tutto e per tutto, anche perché vengono usati la bandiera italiana ed il simbolo del Ministero dell’Interno per dare un’ulteriore verniciata di credibilità.

Il contenuto dell’email truffa

Così recita l’email-truffa: “Sono il Sig. Teo LUZI, Generale di corpo d’armata, Comandante Generale dei Carabinieri e responsabile della cooperazione internazionale di polizia.

Dopo un sequestro informatico di cyber-infiltrazione in collaborazione con il Centro nazionale per l’analisi delle immagini di siti pornografici pedopornografici e cyberpornografie (CNAIP) nella Repubblica francese, nonché il servizio di analisi dell’organizzazione internazionale di polizia criminale (INTERPOL), la contatto per informarla che è oggetto di numerosi procedimenti legali in vigore, in particolare in materia di :

  • PEDOPORNOGRAFIA
  • SITI PORNOGRAFICI
  • CYBER PORNOGRAFIA
  • PEDOFILIA
  • ESIBIZIONISMO.

Siete pregati di far sentire la vostra voce via mail scrivendoci le vostre giustificazioni affinché possano essere approfondite e verificate al fine di valutare le sanzioni; questo entro un rigoroso periodo di 72 ore. Trascorso tale termine, saremo obbligati ad inviare la nostra relazione all’ufficio del pubblico ministero preposto al tuo caso al fine di stabilire un mandato di cattura nei tuoi confronti.

Sarai quindi elencato come molestatore sessuale alla fine di questa procedura. Il tuo file verrà anche inviato ai media per la distribuzione al pubblico in generale al fine di impedirti di recidiva e anche di scoraggiare altri candidati per questa pratica. Ora sei avvisato.

G e n . Teo LUZI , Generale di corpo d’ armata Comandante Generale dei Carabinieri Ufficio Centrale Nazionale Ufficio Centrale Nazionale”.

I contenuti possono variare di poco, ma il “modus operandi” è sempre lo stesso.

Gli elementi che non convincono

Tuttavia, osservando meglio l’email, si scoprono in realtà molte cose incongruenti. Innanzitutto l’italiano non è impeccabile, inoltre si dà stranamente del tu alla persona “indagata”.

All’interno della stessa email si passa poi al tu al voi. Il tono minatorio è alquanto insolito, così come se si è oggetto di indagine non si riceve comunicazione tramite email, ma si viene avvisati generalmente tramite raccomandata o con una comunicazione cartacea portata direttamente dai carabinieri.

Come si svolge la truffa?

Le persone che ci cascano rispondo all’email, evidenziando chiaramente la loro estraneità ai fatti.

Il truffatore a questo punto sottolinea che, per chiudere la vicenda e mettere tutto a tacere, bisogna pagare una sorta di “tassa” che può ammontare a 2.000, 3.000, 4.000 euro o anche di più.

Il consiglio è di verificare sempre il contatto da cui arriva l’email e di non aprire messaggi da parte di persone sconosciute. Assolutamente non vanno inviati soldi e si consiglia di rivolgersi alla Polizia Postale per segnalare il tentativo di truffa.

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