Choc e rabbia per la morte di due turiste belghe, Wibe Bijls e Jessy Dewildeman, travolte da un’auto in corsa nella periferia est di Roma dopo essersi fermate per prestare soccorso a loro volta ad alcuni automobilisti rimasti coinvolti in un incidente.
Wibe lavorava come chef in un ristorante e aveva deciso di viaggiare in Italia con la sua amica Jessy, che lavorava come cameriera, per conoscere le prelibatezze gastronomiche del nostro paese.
Alle spalle di Wibe un passato molto triste: da bambina aveva perso la mamma e, da come racconta il fratello, lei stessa era incinta. La ragazza portava infatti in grembo un feto di 16 settimane, come riporta Il Messaggero.
Kelly, una cara amica di Wibe, ha raccontato: “Aspettava un figlio e si era lasciata con il compagno, ma non si era mai arresa”. Non le spaventavano le difficoltà che avrebbe dovuto affrontare da mamma single, ma la sua vita insieme a quella del suo bambino è stata spezzata in quel maledetto sabato sera.
Le due ragazze erano arrivate a Roma venerdì sera e avevano visitato i Musei Vaticani e poi sabato sera stavano tornando in albergo a bordo di una Panda presa a noleggio ma, all’altezza dello svincolo per Tor Cervara, sulla A24, hanno assistito ad un incidente e hanno deciso di fermarsi per aiutare i feriti.
Una decisione che è costata loro la vita, ma che non sorprende i genitori di Jessy che raccontano: “Non è una sorpresa per noi che si sia fermata ad aiutare. Era volontaria in un’associazione e per lei aiutare era la normalità”.
Proprio in quel frangente sulle due ragazze è piombata un’auto a forte velocità, una Smart, che ha travolto loro e gli altri automobilisti coinvolti precedentemente nell’incidente.
Ci sono altre due persone di 40 e 45 anni ferite in modo grave e ricoverate in codice rosso al Policlinico Umberto I, mentre una donna è in codice giallo al San Giovanni.
Nel frattempo è stato individuato il pirata della strada, un 45enne pregiudicato, che dopo l’impatto è fuggito. Gli inquirenti stanno cercando di capire se qualcuno lo ha aiutato a tornare a casa, lontana diversi chilometri, poiché ritengono che non sia tornato a piedi come ha invece dichiarato.
Al vaglio anche le telecamere di videosorveglianza sull’autostrada per ricostruire l’esatta dinamica del drammatico incidente.
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