“Proroga dello stato di emergenza? Abbiamo capito bene? Io scenderò in piazza, lo dichiaro sin d’ora”. A parlare non è un facinoroso complottista, bensì un accreditato virologo. Massimo Clementi, professore di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele, direttore dell’omologo laboratorio ospedaliero, sbotta su Facebook. Così prendendo le distanze da una narrazione mainstream dai “toni terrificanti e totalmente ingiustificati nella descrizione dello stato attuale dell’epidemia”, scrive.
Ma non si tratta del solo scienziato al quale le dichiarazioni del presidente del Consiglio su una eventuale proroga dello stato di emergenza abbiano fatto rizzare le antenne. “Da virologo chiedo i nomi e cognomi degli esperti che hanno consigliato a Conte di prolungare uno stato di emergenza epidemiologica che non esiste, che è solo una invenzione a scopi politici”, scrive infatti Giulio Tarro su Twitter. Chiamando a raccolta, attraverso tag, altre voci dissenzienti rispetto alla narrazione dell’epidemia che finora ha avuto la meglio: da Vittorio Sgarbi a Paolo Becchi, da Luca Telese ad Alessandro Meluzzi fino a Carlo Taormina.
Proprio Sgarbi si era reso protagonista nei giorni scorsi (era l’8 luglio) di un animato intervento alla Camera dei Deputati nel corso del quale – a sostegno della tesi di inutilità di proroga dello stato di emergenza – aveva letto le dichiarazioni rilasciate da Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova: “La malattia sembra essersi spenta”, dichiarava il virologo; “A due mesi dalla riapertura non vediamo più la patologia del Covid ma solo positività al tampone”. Dal suo profilo Facebook, Sgarbi annuncia quindi “un esposto alla magistratura perché non vi sono i presupposti di fatto per una decisione così drastica”, ritenendo d’altro canto inevitabile quindi “una insurrezione dei cittadini”.
Bassetti è peraltro insieme a Clementi uno dei dieci professionisti firmatari del documento «Sars-CoV-2 in Italia oggi e Covid-19», nel quale si dà conto della ormai ridotta carica virale del coronavirus, e della sua incapacità, allo stato attuale, di produrre sintomatologie gravi. Gli altri firmatari del documento sono Alberto Zangrillo, Arnaldo Caruso, Luciano Gattinoni, Donato Greco, Luca Lorini, Giorgio Palù, Giuseppe Remuzzi e Roberto Rigoli.
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