Pubblicato il 10 Marzo, 2022
“E’ nello stile di Putin ricorrere a questo tipo di metodi”, così Boris Johnson.
Il premier britannico si riferisce al rischio che il leader russo possa ricorrere all’utilizzo di armi chimiche per avere la meglio nella guerra in Ucraina o per punire gli avversari.
Anzi, quello di Johnson è un timore vero, fondato sui casi di avvelenamento di dissidenti ed ex agenti russi nel Regno Unito di cui è stato accusato il leader del Cremlino.
Su tutti quello di Aleksandr Litvinenko, morto il 23 novembre 2006 a causa di un avvelenamento un isotopo radioattivo del polonio, in circostanze poco chiare. Tracce di polonio sono state individuate in diversi locali nei quali Litvinenko si trovava prima del ricovero, in particolare nel sushi bar Itsu di Piccadilly, a Londra, dove si era intrattenuto con gli ex agenti del KGB Andrei Lugovoi e Dimitri Kovtun.
Prima di morire, Litvinenko aveva accusato pubblicamente Putin di essere il responsabile del suo avvelenamento e il mandante dell’omicidio della giornalista Anna Politkovskaja.
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