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Ucraina

Ucraina: i video della storica chiesa in fiamme e della distruzione del Donetsk

Pubblicato il 4 Giugno, 2022

Si cancella anche la storia. Violata dai missili, divorata dalle fiamme. Ecco la chiesa di Tutti i Santi della Lavra di Svyatogorsk, nel Donetsk, costruita nel 1526.

E’ stata colpita dai bombardamenti russi e ha preso fuoco.

Non ci sarebbero vittime.

La chiesa appartiene al Patriarcato di Mosca.

Sono innumerevoli le testimonianze di quel che sta accadendo in Ucraina e che vengono diffuse tramite i social per bypassare la propaganda di Mosca.

Sul fiume Severskij Donec è crollato il ponte nella strada che collega le città di Slovyansk e Lyman.

I bombardamenti nella regione di Donetsk non hanno infierito soltanto sulla storica chiesa. Colpiti 11 villaggi. E stiamo parlando della fetta di Ucraina che, secondo Putin, si considera russa, che ha accolto l’esercito invasore come alleati salvatori

Distrutti edifici residenziali e infrastrutture. Le immagini sono eloquenti.

Intanto, il negoziatore ucraino David Arakhamia ha dichiarato che Kiev vuole rafforzare le sue posizioni sul terreno con l’aiuto di nuove forniture di armi dall’Occidente prima di riprendere i colloqui di pace con la Russia.

Ucraina
David Arakhamia

Lo riporta in Guardian.

“Le nostre forze armate sono pronte a usare le nuove armi, e poi penso che potremo iniziare un nuovo ciclo di colloqui da una posizione rafforzata”, ha affermato Arakhamia parlando alla televisione nazionale.

Il Ministro degli Interni ucraino Denys Monastyrsky fa sapere, riferendosi ai combattenti del battaglione Azov: “Sappiamo tutti che alla fine arriveranno a Kiev e stiamo facendo di tutto perché ciò accada”.

I combattenti del battaglione Azov sono stati fatti prigionieri dall’esercito russo dopo quasi tre mesi di resistenza dentro l’acciaieria Azovstal di Mariupol. Lo riporta la Bbc.

Il Ministero degli Interni ha reso noto che i servizi segreti ucraini sono in contatto con i militari del reggimento Azov detenuti: “È attraverso di loro che apprendiamo di più sulle condizioni di vita e sulle possibilità di rilascio” dei militari, ha dichiarato Monastyrsky.

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