Il reporter ha subito una “frattura frammentaria dei due arti inferiori” e attualmente “è in terapia intensiva sotto controllo medico”. “Intendo fare punto, in particolare, sui crimini di guerra che hanno colpito i cittadini dei nostri paesi partner – dice Venediktova- Capisco che la questione è delicata, ma conto che i leader del mondo civile si decidano il prima possibile per la No Fly Zone”.
“Ancora una volta, vorrei rivolgermi ai nostri partner – aggiunge la Venediktova – un cittadino del vostro paese si trovava sul territorio dell’Ucraina, svolgendo il lavoro di giornalista. Quest’uomo non era presso qualche struttura militare, che i funzionari russi prendono costantemente di mira. Non trovandosi presso una struttura militare è stato gravemente ferito. Il crimine accaduto l’abbiamo segnalato nell’apposito registro”.
Il giornalista è ricoverato in terapia intensiva.
La notizia giunge dopo quella funesta di ieri: un videoreporter americano, il 51enne Brent Renaud, è stato ucciso dalle forze russe e due suoi colleghi sono rimasti feriti a Irpin, nei sobborghi di Kiev. I giornalisti stavano filmando i profughi in fuga quando sono stati sorpresi da colpi di arma da fuoco a un checkpoint. Renaud, colpito al collo, è morto sul colpo, mentre i suoi due colleghi sono stati portati in ospedale.
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