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Un intervento di routine diventa un calvario per una 40enne pontina; chiesto il risarcimento del danno

La storia è stata portata all’attenzione dei media dall’avvocato Renato Mattarelli e riguarda una donna operata presso la struttura Icot, di Latina

Pubblicato il 9 Maggio, 2023

Una operazione che doveva risolvere un fastidioso problema di ernia si è trasformata, per una quarantenne di Latina, in un calvario. La storia è stata portata all’attenzione dei media dall’avvocato Renato Mattarelli che assiste la donna nelle procedura di mediazione necessaria per l’avvio della imminente causa di risarcimento

I fatti nel febbraio del 2022 quando la 40enne pontina si era rivolta ad una nota struttura sanitaria della zona per un intervento di “Artrodesi con discectomia e posizionamento di distanziatore interspinoso”.

Un intervento “di routine” che ha trasformato la donna da paziente con dolori alla schiena per ernia in un “robot”, con necessità permanente di un busto senza il quale la giovane rischia di crollare e piegarsi in due.

“L’intervento – spiega l’avocato – è stato eseguito sulla sola ernia L4-L5 mentre era necessario intervenire anche sulla contigua ernia L5-S1 che risultava espulsa dalla RM colonna pre-operatoria. L’intervento sulla vertebra L4-L5 è stato inutilmente eseguito poiché l’ernia è stata solo parzialmente asportata”.

Soprattutto il legale imputa alla struttura sanitaria la contaminazione del sito chirurgico che ha provocato una gravissima infezione non diagnosticata ai controlli post-operatori e che ha rapidamente eroso la colonna vertebrale con estensione dell’infezione in sepsi a tutto l’organismo.

Conseguentemente si è reso necessaria “l’urgente rimozione chirurgica, presso altra struttura sanitaria (PO di Milano) del dispositivo infetto e delle ernie infra L4-L5 parzialmente asportata e L5-S1 non asportata” e soprattutto “un lungo ricovero salvavita per arginare la sepsi ed evitare l’ulteriore avanzamento dell’erosione vertebrale con rischio di cedimento della colonna”.

Secondo l’avvocato Mattarelli ad aggravare le responsabilità vi sono le imprudenti dimissioni della paziente dopo l’intervento del febbraio 2022; aveva, infatti, una postura inclinata sul lato destro con impossibilità di stare in piedi e cedimento di una gamba.

In Italia ogni anno sono censiti circa 11mila decessi e decine di migliaia di pazienti infettati che sopravvivono ma con conseguenze devastanti come nel caso della 40enne pontina.

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