Una Reggina dai contorni definiti attende il Cosenza sornione…

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La serie B non è mai stato un campionato chiaro, tranne poche eccezioni. Tra queste, la Juventus che vinse in quell’anno di purgatorio e l’ultimo Benevento. Certo, in corso d’opera, spesso si trova la squadra che tira la lunga volata o quella che si staglia in una classifica invece storicamente corta e mai ben definita.

Eppure, tra le immagini sfocate di un torneo appena iniziato, appare nitida la forza della Reggina. Il suo essere squadra, la sua intenzione tecnico tattica ben definita: se ne vedono i contorni, i colori, sia quelli accesi che quelli più tenui, se ne intuisce l’anima. Forse perché sembra riflettere con decisione quella che è la maniacale attenzione ai dettagli, l’abnegazione propria di mister Mimmo Toscano. E così, ecco che Bellomo, da giocatore genio e sregolatezza, diventa faro per i compagni; Menez, bello e impossibile da gestire, si trasforma in un mago che si spende per la causa; Denis, da bomber dei due mondi si trasforma in ariete da guerra, capace di aprire pertugi e trovare spazi lì dove spesso non ci sono.

Con la filosofia ispirata a quel Gasperini che tremare il mondo fa, Toscano ha plasmato come un’opera d’arte una squadra che cambia sempre per non cambiare, rimanendo fedele ai propri concetti. Da un anno all’altro, da una categoria all’altra, la musica é sempre uguale.

Sì, perché con un pizzico di fortuna, attenzione e cinismo, la Reggina oggi viaggerebbe a punteggio pieno, visti i punti persi (ben 4) negli ultimi minuti giocati nelle due trasferte affrontate. Due pareggi che urlano vendetta per come sono maturati ma che lasciano intuire all’orizzonte un roseo futuro.

Ancora grida vendetta la vittoria gettata al vento a Chiavari. In un pomeriggio strano, nel quale la Reggina si trasforma più volte da dr. Jekill a Mr. Hyde e viceversa, la bellezza del calcio ha fatto capolino. Merito dei piedi fatati di prestigiatori amaranto come Menez e Mastour che masticano calcio di altre sfere, altre categorie. Ma non basta se poi manca la concretezza per rendere un’opera d’arte uno schizzo ben riuscito.

E niente scuse per l’ottimo Toscano: campo, preparazione ibrida causa covid, assenti… nessuna attenuante, siamo la Reggina!

Adesso lo scoglio del derby, contro quel Cosenza, sornione, che sembra un osso duro da sgranocchiare. Il tecnico Occhiuzzi ha già mostrato le proprie qualità. Questa volta, però, gli amaranto avranno dalla loro parte gli echi del mitico tifo reggino. Ci saranno mille cuori amaranto a spingere i loro beniamini oltre l’ostacolo rossoblù. Sulla carta, la bilancia pende a favore dei padroni di casa, ma in un derby non si è mai visto qualcosa di scontato…

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Pasquale Zumbo

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