Pubblicato il 15 Giugno 2021
«Il bilancio d’Ateneo è stato risanato, nel 2020 registriamo un utile di oltre 12 milioni di euro. Un risultato ancora più considerevole se si pensa che solo nel 2018 erano stati spesi 15 milioni in più di quanto incassato». Esordisce così il direttore generale dell’Università di Catania, Giovanni La Via, nell’illustrare il Bilancio 2020 dell’Ateneo.
Il risultato dell’esercizio acquisisce maggiore rilevanza in rapporto all’anno precedente (2019) nel quale l’Università di Catania aveva avuto una perdita di esercizio di 2,3 milioni di euro. Ma il dato più rilevante è la differenza tra i proventi e i costi operativi 2020: quasi 24 milioni di euro di attivo, oltre 14 milioni in più rispetto al 2019.
«Nonostante l’aumento delle spese per il personale (855 mila euro in più rispetto al 2019) a causa degli aumenti Istat previsti dalla legge e per la gestione corrente (1 milioni 770 mila euro in più) – spiega il direttore generale -, abbiamo ottenuto un risultato straordinario. Ed è fondamentale rilevare che l’Ateneo ha superato la fase critica del 2018 quando l’indicatore di spesa del personale era all’80,03%, e aveva sforato il tetto dell’80% in rapporto alle entrate. Adesso l’indicatore è al 72,73% e ciò consentirà all’Università di Catania di essere inserito tra gli atenei virtuosi con conseguente aumento nell’assegnazione dei punti organico assegnati dal Ministero dell’Università e della Ricerca che potranno essere destinati al reclutamento del personale docente per il potenziamento dell’offerta formativa e per i concorsi finalizzati all’assunzione di nuovo personale tecnico-amministrativo a copertura dei posti lasciati liberi dai pensionamenti».
L’Ateneo è riuscito ad incrementare i proventi propri (per didattica e commesse di ricerca), quasi 40 milioni di euro (+5 milioni 800 mila euro rispetto al 2019), e i contributi esterni (quasi 207 milioni e mezzo di euro, +3,5 milioni di euro rispetto al 2019).
Tra i contributi esterni spiccano gli incrementi delle voci relative al Mur e alle altre amministrazioni centrali (quasi 193 milioni di euro, +4,6 milioni rispetto al 2109), alla Regione (quasi 6,5 milioni di euro, +1,3 sul 2019), ai finanziamenti europei (quasi 2,5 milioni, +1,3 sul 2019) e ad altri enti pubblici (3 milioni 650 mila euro, +800 mila euro sul 2019).
«Un risparmio importante è stato determinato dalla razionalizzazione della spesa corrente, attraverso la riduzione del costo per i trasporti urbani riservati agli studenti e la riduzione delle spese di gestione dei servizi esternalizzati di Ateneo» spiega il direttore generale.
Un bilancio che registra anche un aumento dello Stato patrimoniale. «L’ateneo è più ricco in termini di infrastrutture, patrimonio edilizio e attrezzature – aggiunge il rettore dell’ateneo di Catania, il prof. Francesco Priolo -. Sono particolarmente contento, inoltre, del consistente aumento delle entrate per la ricerca competitiva, con 4 milioni in più dello scorso anno. I nostri gruppi di ricerca hanno lavorato molto bene e questo è un indice importante della produttività scientifica e dell’ottimo stato di salute dell’Università di Catania»