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Unict, ecco il robot che raccoglie e differenzia i rifiuti sulle spiagge grazie all’IA

Pubblicato il 25 Maggio, 2023

Il prototipo sarà mostrato domani mattina, all’ex Lido Università, nel corso dell’iniziativa di pulizia della spiaggia “Fai la differenza”, promossa dall’Ateneo

Il robot che raccoglie e differenzia autonomamente i rifiuti lasciati sul litorale sarà la ‘star’ della manifestazione “Fai la differenza”, promossa dall’Area della Terza Missione dell’Università di Catania nell’ambito del Festival dello Sviluppo sostenibile 2023.

Domani mattina, a partire dalle 10,30, studenti e docenti dell’ateneo saranno coinvolti in un “waste mob”, un’iniziativa di pulizia della spiaggia e del litorale della Playa e, in particolare, nell’area dell’ex Lido Università (viale Kennedy 27 Catania): ai partecipanti, divisi in squadre, verrà fornita l’attrezzatura necessaria per la raccolta dei rifiuti, chi riuscirà a farlo nel modo più corretto riceverà un premio simbolico.

“Fuori concorso”, ovviamente, il prototipo del sistema robotico sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria Elettrica Elettronica e Informatica dell’Università di Catania all’interno del progetto Interreg Italia-Malta “Bioblu”. Esso potrà infatti muoversi autonomamente sulla spiaggia, raccogliendo i rifiuti con il proprio ‘braccio’, dopo averli localizzati, riconosciuti e classificati, grazie all’uso di tecniche di intelligenza artificiale. «Il metodo innovativo – spiega il prof. Giovanni Muscato, direttore del Dieei e responsabile scientifico del progetto – consiste in un kit ad alta tecnologia e completamente automatico, basato su un processo di deep learning, che riconoscerà i rifiuti da remoto (tramite droni), ne consentirà la raccolta in modo robotizzato e ne faciliterà lo smaltimento in campane compattatrici in modo differenziato».

«Grazie all’analisi fisico-biologica dei rifiuti – conclude il docente -, ne viene determinata la provenienza, mediante un sistema integrato di rilevamento delle correnti, e l’impatto che soprattutto le microplastiche hanno sulle faune al fine di valutarne la ricaduta sulla catena alimentare»

Al progetto hanno preso parte anche Università di Messina – Dipartimento di Scienze chimiche, biologiche, farmaceutiche e ambientali (ente capofila), Ministero di Gozo – EcoGozoRegional Development Directorate, Comune di Milazzo e Università di Malta – Department of Communications and Computer Engineering.

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