Uomini e Donne, la corteggiatrice non paga il ricevimento nuziale: assolta, ma…

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Resta per il momento con un pugno di mosche in mano il titolare del prestigioso hotel di Taormina che ha ospitato le nozze di Martina Giuffrida, corteggiatrice di Uomini e Donne, e dell’imprenditore Gaetano Berardinelli, che erano andati via senza pagare il conto di 11.075 euro.

Assolti perché il fatto non costituisce reato. O, meglio, non è stato sottoposto al tribunale competente. Perché i danni dovevano essere chiesti in sede civile, mentre si è optato per la denuncia penale. A questo punto sarà un giudice civile a stabilire chi dovrà pagare il conto. Già, perché i due, ormai, ex coniugi sono ai ferri corti.

Dietro la disputa giudiziaria, anche un contenzioso fra la Giuffrida e Berardinelli, che si sono lasciati praticamente dopo un paio di giorni dalle nozze.

I patti erano chiari: il banchetto all’Atlantis Bay con i parenti della sposa sarebbe stato a carico dalla donna.

Ma qualcosa è andato storto e Martina Giuffrida si sarebbe rifiutata di pagare la propria quota.

Dopo il ricevimento nuziale del 14 luglio 2014, lei e l’ormai ex marito, hanno lasciato l’hotel di Taormina senza pagare.

Una decisione che in primo grado è costata alla donna, difesa dall’avvocato Luigi Giacobbe, una pena a due mesi di reclusione. Adesso annullata dalla Corte d’appello.

A citare in giudizio i coniugi è stato l’albergatore, che li ha denunciati per insolvenza fraudolenta.

Anche Berardinelli è stato ora assolto in appello, difeso dall’avvocato Stefania Grisi.

L’imprenditore ha espresso soddisfazione per la sentenza e si è lanciato in una citazione latina, poi tradotta: “recte faciendo, neminem timeas”, vale a dire “male non fare e paura non avere”.

I due si erano uniti in nozze festeggiando due volte, una a Ischia con i parenti dell’uomo e una in Sicilia con i parenti della donna. Secondo l’agente di spettacolo, però, il ricevimento nella perla dello Jonio doveva essere pagato dalla Giuffrida che, rifiutandosi di assumersi la spesa, ha preferito andare via. Oggi la sentenza della Corte d’appello che mette completamente fine alla vicenda dal punto di vista penale. Occorrerà capire se l’albergatore procederà in sede civile anche se non si è mai costituito come parte civile.

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Redazione Nazionale

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