Utero in affitto, Salvini: “Roba da nazisti”. Meloni: “Reato universale”, Vendola lo ha fatto. Ma, è giusto?

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Utero in affitto: sì o no? Se nel Paese in cui lo si applica è legale, non c’è reato. Matteo Salvini (Lega), ha scosso le coscienze, in occasione della presentazione del libro di Simona Baldassarre, eurodeputata della Lega, ‘Inchiesta di un politico. Il mondo di sotto. Donne sfruttate e bambini venduti’, che ha avuto luogo a Palazzo Brancaccio, a Roma. Queste le sue parole: “Qualcuno ci aveva provato a selezionare la razza, i bambini biondi, l’occhio azzurro, a me certe pratiche ricordano il nazismo, sono 6 miliardi di business, bisogna avere il coraggio di dirlo. E’ un indegno supermercato online”. E ancora: “Puoi pure scegliere il colore dei capelli, quello degli occhi. Ci sono, piuttosto, centinaia di bimbi ‘veri’ fermi in Bielorussia per la burocrazia delle adozioni internazionali, dobbiamo velocizzare le pratiche“.

Già nel 2020, Giorgia Meloni (FdI) parlava di reato universale, annunciando una proposta di legge. Il mese scorso (8 novembre) si è espressa in questo modo: “In Italia la maternità surrogata è espressamente vietata e punita dalla legge 40 ma questo non impedisce alla magistratura di aggirare le norme e sdoganare di fatto nella nostra Nazione una pratica che trasforma la maternità e i bambini in prodotti. Faccio nuovamente appello a tutte le forze politiche – prosegue – e mi rivolgo in particolare alla Lega e a Forza Italia: facciamo fronte comune in Parlamento e approviamo la proposta di FdI per rendere l’utero in affitto reato universale, ovvero punibile in Italia anche se commesso all’estero. Basta perdere tempo”. Il reato universale precluderebbe ogni possibilità a chi vuol sottoporsi a questa tecnica.

Dall’altro lato, c’è il desiderio di un figlio, da parte di famiglie che non possono averlo. C’è una donna che vede crescere dentro di sé un figlio che non potrà tenere. Possono esserci motivazioni economiche dietro questa scelta, che porta a sensazioni non piacevoli. Bisogna considerare tutti i soggetti coinvolti.

C’è una volontà che nasce prepotente, che riguarda anche famiglie uomo/uomo, donna/donna. Nichi Vendola, ex politico italiano (Sinistra ecologia e libertà), già presidente della Regione Puglia, ha avuto il figlio Tobia in Canada, proprio con l’utero in affitto. Il primo giorno di scuola, si sono scatenate le critiche sui social. Il padre (settembre 2021) si è espresso in questo modo: “Prima elementare. Accompagniamo nostro figlio fin sulla soglia dell’edificio scolastico (…). D’improvviso mi torna in mente come un ricordo sepolto dagli anni il mio primo giorno di scuola, il pianto inconsolabile quando papà mi ha lasciato la mano e mi ha detto ‘vai’. E mentre cerco di consolare quel bimbo che ero io nella mia memoria in bianco e nero, accarezzo mio figlio e penso a quanto sia prezioso e delicato ogni bambino, a quanto sia cruciale proteggere la sua libertà, la sua curiosità, la sua unicità”. Una storia come tutte le altre, a prescindere dall’utero in affitto.

Ma c’è di più. A volte, la donna non rimane incinta, per quanto provi a farlo. A volte, le altre pratiche di fecondazione artificiale non riescono. Le adozioni sono azioni epocali, con i loro tempi dilatati (lo ha detto anche Matteo Salvini). Si vuol superare questa incapacità a procreare, a tutti i costi. A volte, le storie però sono in chiaroscuro. E’ capitato che volessero un figlio, poi cambiassero idea. L’argomento ha spesso riguardato la Cronaca: ricordate la bambina abbandonata a Kiev? La aspetta l’adozione promessa, da parte di un’altra coppia.

Utero in affitto: chiariamo che cos’è

Ma con l’utero in affitto di chi è il codice genetico? La fecondazione può essere effettuata con spermatozoo (gamete) e ovuli sia della coppia sterile sia di donatori e donatrici attraverso concepimento in vitro. La surrogazione di maternità si ha quando una donna si presta a portare a termine un’intera gravidanza, fino al parto, accogliendo un embrione generato su iniziativa di single o di coppie, normalmente incapaci di generare o concepire un bambino.

Utero in affitto: ecco dove

La pratica è “tollerata”, cioè priva di una regolamentazione esplicita, in Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Romania e Armenia. In India, Cambogia, Thailandia, Russia e Messico, gli aspiranti genitori devono pagare. In Brasile, Sud Africa, Australia, Nuova Zelanda e Inghilterra, invece, c’è questa possibilità soltanto se la gestante non percepisce alcun pagamento. Negli Usa sono permesse entrambe le pratiche: sia dietro compenso economico, sia pro bono. Altrove (e in Italia) la pratica è vietata. Giudicate voi.

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Isabella Lopardi

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