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Vergogna nel Salento, 48enne autistico picchiato da un gruppo di ragazzini

Pubblicato il 29 Dicembre 2024

Dopo gli episodi registrati nei giorni e nelle settimane scorse, ancora vergogna nel Salento per una vicenda di una violenza inaudita che lascia tutti sgomenti. Nel pomeriggio di venerdì 27 dicembre, infatti, intorno alle 19, un uomo di 48 anni autistico è stato aggredito e malmenato da un branco di ragazzini. Il 48enne stava facendo, come era solito fare, una passeggiata nei dintorni della piazza di Cavallino, zona limitrofa alla sua abitazione. Un gruppo di ragazzini e ragazzine, più o meno mezza dozzina, quindi, lo hanno sbattuto davanti a un muro e preso di mira, con sputi e calci. L’uomo, spaventato, ma soprattutto affranto e triste, ha raccontato l’episodio alla sorella Maria Rosaria. Quest’ultima, nelle scorse ore, ha deciso di sporgere denuncia in caserma, direttamente ai carabinieri del paese. Ora, si cerca di individuare i responsabili dell’aggressione anche grazie alle telecamere presenti in zona che potrebbero agevolare le indagini.

Vergogna nel Salento. Autistico 48enne picchiato, la denuncia della sorella

tragedia nel salento

Un’episodio che genera una forte vergogna nel Salento anche perché, nel frattempo, Massimiliano, questo il nome del 48enne, da solo non vuole uscire più e quella passeggiata rilassante si è trasformata da svago ad un incubo. L’uomo ha anche confermato il triste episodio in una intervista a una tv locale, spiegando di aver ricevuto calci negli stinchi e sputi senza motivo. La sorella, intanto, ha sfogato tutta la sua rabbia attraverso un post su Facebook. Queste le sue parole in cui, a margine, conferma anche di aver sporto denuncia ai carabinieri: “Mi chiedo, siamo nel 2025, quasi tutti parliamo di diritti per i disabili e per coloro che hanno difficoltà. Poi, trovo mio fratello, un’anima pura che piange e ha paura di uscire nel suo paese, Cavallino. Perché? Un gruppo di deficienti, scoprirò chi siete, si è permesso di accerchiarlo, tirare calci nelle gambe e sulle scarpe e ridendogli in faccia. ‘E mo nu bbasta’”.