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Pfizer

Vertenza Pfizer, smentito congelamento procedura licenziamento alla Confindustria. Coco (Femca Cisl): “Affrontare questione a livello nazionale e internazionale”

Il segretario della Femca Cisl di Catania parla di quelli che potrebbero essere gli sviluppi dopo l’incontro di ieri alla Confindustria durante il quale è stato smentito il congelamento della procedura di licenziamento per i 130 lavoratori.

Pubblicato il 26 Febbraio, 2022

Nuvole nere sulla famigerata vicenda relativa allo stabilimento Pfizer di Catania, che vede coinvolti 130 lavoratori per i quali nelle scorse settimane è stata avviata la procedura di licenziamento. Dopo le rassicuranti parole pronunciate ieri pomeriggio dall’assessore al Lavoro della Regione Siciliana, Antonio Scavone, infatti l’incontro organizzato sempre ieri pomeriggio nella sede catanese della Confindustria ha portato a una smentita del congelamento della procedura mostrato allo stesso assessore Scavone.

Quest’ultimo infatti si è sentito contraddetto da quanto accaduto ieri pomeriggio e i lavoratori, con in testa le sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Filctem Cgil, Uiltec Uil, Femca Cisl e Ugl Chimici, sono sempre più sul piede di guerra riguardo soprattutto alle incertezze messe in mostra da quello che non è un vero e proprio piano industriale, ma soltanto un piano di investimenti da 27 milioni di euro fino al 2024.

Una manovra giudicata in modo non certo positivo dal segretario della Femca Cisl di Catania, Giuseppe Coco, che, sentito da noi telefonicamente, ha sottolineato anche come tutti i lavoratori siano qualificati e anche come la questione debba essere affrontata anche a livello nazionale e internazionale.

“L’azienda ha detto in un primo momento di voler congelare la procedura – ha precisato Coco –, ma dopo l’incontro di ieri si è visto tutto il contrario. Inoltre non c’è un vero e proprio piano industriale che confermi la presenza della Pfizer a Catania ancora per tanto tempo, anche perché i 27 milioni di euro fino al 2024 potrebbero servire soltanto per la manutenzione. Purtroppo non garantiscono nulla e ciò che viene prodotto qui da noi sta rallentando. I 130 lavoratori per i quali è stata annunciata la procedura sono persone qualificate e soltanto per 50 di loro viene garantito il trasferimento ad Ascoli Piceno, con l’aggravante che devono pure essere inquadrate per un determinato ambito. A ciò c’è da aggiungere anche che in questo mese di febbraio sono stati mandati via 50 dipendenti Randstad e a questi se ne aggiungeranno probabilmente anche altri 30. Purtroppo i dirigenti dell’azienda hanno questo mandato e per questo motivo si deve cercare di coinvolgere anche i vertici nazionali e internazionali dell’azienda per affrontare il problema anche al governo nazionale. Tra noi sindacati ci sono unità e comunione di intenti e per questo motivo confermiamo lo sciopero previsto per il prossimo 4 marzo. L’incontro con la Regione Siciliana, che si doveva fare nei giorni scorsi, è stato rinviato a data da destinarsi e quel che infine mi preme sottolineare è che un’azienda con così tanti utili negli ultimi anni non può pensare minimamente di dismettere”.

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