Pubblicato il 9 Gennaio 2025
Anche Roma avrà le sue “zone rosse”. Ieri, mercoledì 8 gennaio, il prefetto Lamberto Giannini ha firmato l’ordinanza che dà seguito alla circolare del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per istituire il divieto di stazionamento in alcune aree della città per chi è molesto o ha precedenti per droga, furti, rapine o altri reati che lo rendono un pericolo per la sicurezza pubblica. Il provvedimento, durerà due mesi (ossia fino all’8 marzo) ma potrebbe essere prolungato.
Le due “zone rosse” di Roma
Come spiega Il Messaggero, le zone rosse di Roma sono due: la prima parte dalla stazione Termini e arriva fino al cuore dell’Esquilino, passando per le seguenti strade: via Giovanni Giolitti, via Giovanni Amendola, via Filippo Turati, via Principe Amedeo, via Daniele Manin, via Vincenzo Gioberti, piazza Manfredo Fanti, via Carlo Cattaneo, via Enrico Cialdini, via Urbano Rattazzi, via Alfredo Cappellini, via Mamiani, via Bettino Ricasoli, via La Marmora e piazza Vittorio Emanuele II.
La seconda “zona rossa” interessa invece il Tuscolano e il quartiere a lato della stazione. In particolare, le verifiche rafforzate delle forze dell’ordine scatteranno in via Monselice, via Adria, via Tuscolana (fronte civico 212), via Mestre e piazza Ragusa.
Le critiche delle opposizioni
Le “zone rosse” sono state chieste dal ministro dell’Interno Piantedosi, che ha sostenuto la necessità di ripristinare standard di sicurezza adeguati per i quartieri delle grandi città italiane. Su 24.987 controlli nelle zone rosse già in vigore, i dati del Viminale, indicano 228 provvedimenti di allontanamento: 68 a Firenze, 43 a Bologna, 11 a Napoli e 106 a Milano.
A criticare il provvedimento del governo sono i principali partiti di opposizione. Filiberto Zaratti, parlamentare di Alleanza Verdi-Sinistra, ha annunciato di aver presentato una pregiudiziale di costituzionalità al decreto. Secondo il deputato, l’istituzione delle zone rosse rappresenta “una deriva pericolosissima”.