19 anni fa l’assassinio di Stefano Ciaramella. Il ricordo della sorella sui social commuove il web

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Stefano Ciaramella aveva solo 16 anni. Un ragazzo praticamente. 19 anni fa, moriva durante un tentativo di rapina. La sorella, Antonella Ciaramella consigliera regionale della Campania, oggi lo ha ricordato attraverso i social, con un lungo e commosso post.

Stefano Ciaramella. Un ragazzo per bene, una morte assurda

Stefano morì tra le braccia della fidanzata, dopo avere ricevuto un fendente al cuore. Il giovane tentò di difenderla dato che i balordi non solo gli rubarono la moto. Tentarono persino di molestare la giovane. Nel disperato tentativo di difenderla, lo uccisero. Il giovane, ricordiamolo 16 anni appena, morì al pronto soccorso. Il ricordo di questo ragazzo, strappato alla vita in maniera assurda, ancora brucia nel ricordo dei familiari e di chi lo conosceva direttamente. Oggi Antonella Ciaramella gli ha dedicato un lungo messaggio. Commosso e profondamente sentito, così ha ricordato quel fratello sfortunato: “19 anni fa l’assassinio di mio fratello Stefano. Ad appena 16 anni fu brutalmente assassinato per futili motivi davanti agli occhi terrorizzati della sua fidanzatina di 14 anni.Un ricordo sempre vivo nella mia memoria della sorella, da allora, come ieri e per sempre ho dedicato a lui le mie giornate di appuntamenti. Oggi in particolare avrò una giornata totalmente improntata ai diversi temi dell’adolescenza: il sostegno psicologico con l’incontro al Centro Psichiatria di Giugliano, il lavoro di cui si parlerà al Patronato Enas Acai di Poggioreale, l’istruzione che sarà al centro del dibattito previsto alla Scuola Sorriso di Mugnano. Sono passati 19 anni ed ogni volta che leggo una notizia di cronaca ho una fitta al cuore. Prima che la violenza entri direttamente in casa tua, pensi sempre che sia lontana. Poi ti accorgi che ti cammina accanto. Grazie all’esempio granitico dei miei genitori e delle tante persone che ci sono state vicine, e grazie anche all’amore infinito che sempre ci legherà a Stefano, non abbiamo mai smesso di credere nella comunità e negli uomini.Tutti noi siamo coinvolti nella tragedia della violenza tra giovani, sempre più soli e abbandonati. Non ho più smesso di cercare e di dare un senso, ma non so più distinguere i confini geografici della solitudine e dell’aggressività giovanile. Senza gli esempi quotidiani da emulare, senza punti di riferimento certi e rassicuranti non invertiremo mai più questa tendenza”

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Daniela Devecchi

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