20 euro per spiare le persone nelle camere da letto: i particolari dell’operazione “Rear Window” – Video

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Per entrare nell’intimità delle case degli italiani bastavano appena 20 euro: è questa la sconcertante verità emersa dall’operazione “Rear Window” condotta dalla Polizia di Stato. Protagonisti di questa inquietante attività erano due gruppi criminali che, sfruttando la vulnerabilità delle stesse telecamere collocate dagli utenti nelle loro abitazioni, riuscivano a spiare l’intimità delle persone nelle loro attività quotidiane.

Una sorta di “Grande Fratello” per i malcapitati che, ignari di tutto, venivano spiati all’interno delle loro abitazioni. Gli indagati sono 11 giovani italiani, più un 21enne ucraino considerato il “cervello” informatico del gruppo.

In 3 anni i due gruppi criminali hanno venduto migliaia di foto, video e dirette live come accertato dall’operazione “Rear Window”.

Abbonamenti, demo e addirittura pacchetti Vip

“Il primo canale in Europa dedicato alle spycam”– con questo messaggio si presentavano i due gruppi quando ci si univa al loro gruppo Telegram e l’elenco dei servizi era molto ampio e variegato: spiagge per nudisti, appartamenti, hotel, palestre, piscine, nightclub, bagni e tanto altro ancora.

Usufruire dei servizi era facilissimo, infatti bastava pagare un abbonamento di 20 euro tramite Paypal oppure in bitcoin. Per i meno avvezzi alla tecnologia c’era perfino una demo gratuita con 4 video, che spiegava per filo e per segno come fruire dei servizi.

Era disponibile addirittura un pacchetto Vip, che dava la possibilità agli utenti di accedere ad ulteriori servizi relativi all’accesso ed alla personalizzazione delle telecamere, con la possibilità di impostare la regia a proprio piacimento.

Ed ancora, per i fan più attivi e fidelizzati, c’era un sistema di cashback che prevedeva sconti in base alle segnalazioni ed alle informazioni fornite ai gestori dei gruppi.

Operazione “Rear Window”: così entravano nelle case degli italiani

Come specificato dalla Polizia di Stato, i gruppi inizialmente sponsorizzavano la loro attività tramite un profilo su Vkontakte, una sorta di Facebook russo, così da aggirare i controlli delle autorità italiane.

All’inizio del 2021 i due gruppi hanno deciso di spostarsi su Telegram, dove potevano accedere ad una fetta di pubblico decisamente più ampia, per poi entrare con una facilità disarmante ai sistemi di sicurezza delle persone.

Molto spesso sfruttavano la vulnerabilità tipiche degli accessi di sicurezza, come password banali o non modificate come invece opportuno. Le telecamere erano rivolte verso i bagni e le camere da letto e per collegarsi si usavano anche i sistemi di baby-monitoraggio che, inconsapevolmente, aprivano le porte ai due gruppi criminali come una sorta di cavallo di Troia.

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Redazione Nazionale

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