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Ambelia scotta: lavoratori con patologie licenziati e la lotta dei sindacati

Pubblicato il 7 Settembre, 2021

“Lo stato di agitazione dei dipendenti dell’Istituto Incremento Ippico di Catania prosegue e si è inasprito con ulteriori forme di protesta.  Fp Cgil, Uil Fpl e Sadirs hanno organizzato un sit-in permanente presso la Tenuta Ambelia (a Militello Val di Catania, centro della provincia etnea, ndr) dove si è tenuta una manifestazione equestre con le gare MIPAAf 2021”.

Comincia così la lunga nota dei sindacati su un caso che imbarazza la Regione Siciliana.

“La vertenza ha preso le mosse subito dopo l’avvio delle procedure, da parte dell’ente, per l’applicazione dell’art. 2 della Legge Regionale 16 ottobre 2019, n. 17, che ha rimodulato la dotazione organica dell’Istituto (caso unico di intervento per legge sulla materia). Per far fronte alle eccedenze di personale era previsto il ricorso alla stipula di accordi di mobilità ed eventualmente il ricorso all’art.33 del D. Leg.vo 165/2001 che prevede la risoluzione del rapporto di lavoro e la messa in disponibilità dei dipendenti considerati in esubero”, si spiega nel dettaglio.

“Fp Cgil, Uil Fpl e Sadirs, hanno sin dall’inizio ritenuto la legge inapplicabile nella sua interezza, non utile per il rilancio dell’Istituto e addirittura, come di fatto sta avvenendo pericolosa nella sua applicazione. Il risultato, unico e riprovevole, è che dal 21 luglio scorso, 8 dipendenti dell’istituto sono stati posti in disponibilità, con sospensione del rapporto di lavoro e con unica garanzia l’80% dello stipendio per 24 mesi. Per realizzare tutto questo l’Istituto ha agito senza rispettare alcuna delle procedure previste dalla norma, non è stata, infatti, fornita alcuna informativa e comunicazione preventiva alle organizzazioni sindacali e non è stato posto in essere alcun tentativo concreto di mettere in atto forme di mobilità verso altri enti”.

“Inoltre, si è proceduto nella scelta dei soggetti da porre in mobilità, attraverso l’adozione di criteri discrezionali, non trasparenti e attuando un illegittimo demansionamento del personale rimasto in carico – accusano i rappresentanti sindacali – Sugli atti prodotti dall’Istituto sono stati avviati gli opportuni ricorsi in sede giudiziaria e un primo appuntamento davanti al giudice del lavoro è previsto per il 10 settembre 2021”.

“I lavoratori posti in mobilità, tutti non più giovanissimi, stanno andando incontro a serie difficoltà per la contrazione del proprio reddito e dispiace dover far notare come, in qualche caso, si tratti di soggetti con gravi patologie che, in una fase difficilissima della loro esistenza, subiscono un provvedimento che oltre a colpirli nella loro materialità, impatta terribilmente con una difficile situazione psicologica”, sottolineano.

“Mentre l’Istituto Incremento Ippico licenzia otto dipendenti, fatto che, com’è ovvio, indubbiamente risanerà il nostro bilancio regionale, il Presidente della Regione On.le Nello Musumeci insieme al Presidente del Cda dell’Istituto, Principessa Caterina Maria Teresa Grimaldi di Nixima, che si sono prodotti in investimenti plurimilionari sulla tenuta Ambelia, struttura periferica dell’Istituto, situata guarda caso nel territorio natio del Presidente, continuano a propagandare ai quattro venti le ragioni del rilancio della struttura. La manifestazione che si è svolta (gare di salto a ostacoli con premiazioni) è rientrata nel programma di valorizzazione dell’Istituto, ma se si ricorre ai licenziamenti, ci chiediamo, come pensano di procedere? Ricorrendo alla formula del pubblico che ci mette i soldi e dei privati che ne traggono profitto?”, si chiedono.

“Mentre tutto questo avviene, la magistratura apre inchieste che impattano sugli investimenti di Ambelia che ci auguriamo approdino alla conclusione che tutto si è svolto nel rispetto delle norme, ma che testimoniano  il fatto che non possono esservi certezze assolute. Lanciamo un appello ai rappresentanti Istituzionali, ai deputati che nel 2019 hanno votato una norma che va cambiata per un semplice fatto di giustizia, verso otto dipendenti e verso le loro famiglie, perché non è accettabile che una legge che presenta delle criticità, applicata nel peggiore dei modi, si risolva in un atto così cinico e inaccettabile”.

“L’assessore all’Agricoltura, il 13 luglio, aveva assunto un impegno con le organizzazioni sindacali per evitare l’esito della messa in disponibilità, un impegno che si è dissolto in appena due giorni. Si ha come l’impressione che qualcosa o qualcuno a noi non noto, o forse fin troppo svelato, agisca per fermare qualsiasi tentativo di soluzione della questione. L’unico risultato è che all’interno dell’Istituto tutto è come prima, con qualche arretramento e otto dipendenti messi alla porta”.

“Noi siamo disponibili a discutere e a mettere in campo idee per il rilancio di un Istituto ricco di storia e di potenzialità, ma il primo atto dev’essere la rimozione dell’ingiustizia che si sta perpetrando. Lanciamo un appello a tutti i rappresentanti Istituzionali perché si ponga rimedio a questa incredibile situazione, riteniamo sia per tutti un obbligo morale risolvere un problema che trova la sua genesi nelle responsabilità del Presidente della Regione e dell’ARS e che basterebbe una norma di due righe per risolvere.

“Fp Cgil, Uil Fpl e Sadirs proseguiranno con lo stato di agitazione e preannunciano ulteriori legittime azioni di protesta proporzionate alla gravità della situazione”.

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