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giudice del lavoro

Andrea Guido si difende: “Mai preso o chiesto mazzette”

Pubblicato il 26 Aprile, 2022

Dopo l’arresto, i domiciliari, la gogna mediatica, la sospensione dal suo partito, l’ex assessore all’Ambiente del Comune di Lecce, Andrea Guido si difende e parla per la prima volta dopo il macigno che gli è crollato addosso. A pochi giorni dall’operazione in cui è stato sgominato il Clan del boss della Camorra Moccia e sono scattati gli arresti da parte della Procura di Napoli, è tempo di difendersi, è tempo di dire la sua. Andrea Guido è finito ai domiciliari con la pesante accusa di corruzione per alcuni fatti che sarebbero avvenuti nel 2017 e l’affidamento del servizio di raccolta degli olii alimentari esausti in città ad un’azienda napoletana vicina, appunto, al clan Moccia. Durante l’interrogatorio di questa mattina, l’ex assessore, attualmente consigliere di minoranza (e di opposizione con Fratelli d’Italia) del Comune di Lecce, davanti al Gip Maria Luisa Minardi, ha respinto tutte le accuse e negato ogni tipo di correlazione e rapporto con il clan Moccia. Guido, accompagnato dai propri avvocati Ivan Feola e Andrea Sambati, si è recato nella caserma dei Carabinieri di San Cesario dove ha risposto alle domande in un’interrogatorio durato circa un’ora. Fratelli d’Italia, il suo partito, appena saputo del blitz lo ha sospeso in via cautelare per permettergli di potersi difendere dalle accuse, ma, insieme agli altri consiglierei di minoranza, non hanno esitato a fargli sentire la propria vicinanza.

Le risposte e la posizione di Andrea Guido

Andrea Guido, durante l’interrogatorio, ha spiegato di non aver mai intascato la mazzetta da 2.500 euro per l’affidamento in subappalto del servizio di recupero e smaltimento degli olii esausti alimentari sul territorio di Lecce alla società Soloil, poiché tale incarico era già di competenza della Monteco che aveva vinto regolare appalto. Tra l’altro, Guido ha dichiarato che non gli sono mai state proposte, né ha mai richiesto, somme di denaro per agevolare un suo interessamento. L’ex assessore ha ammesso di aver incontrato in una sola occasione Giuseppe D’Elia, imprenditore novolese che gli inquirenti indicano come il collegamento tra le imprese locali e il clan Moccia, e di avergli spiegato che ogni possibilità di intervento era impossibile in quel senso e bloccando sul nascere qualsiasi proposta illecita. Come affermato dallo stesso avvocato Feola, come difesa non è stata ancora depositata la richiesta di scarcerazione per il suo assistito poiché ci sono dieci giorni di tempo da quando è stata emessa la misura cautelare ed ancora si è in attesa di leggere tutti i documenti. Ad ogni modo, il legale ha ribadito di riporre, come pure Andrea Guido, massima fiducia nella Giustizia e nell’operato della Magistratura, dicendosi certo che la verità verrà presto a galla.

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