Autopsia di Elena Del Pozzo: cosa è emerso e perché è stato chiesto l’esame tossicologico

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Arrivano nuovi aggiornamenti riguardo al caso dell’uccisione lo scorso lunedì della piccola Elena Del Pozzo. A conclusione dell’autopsia nella serata di ieri la Procura della Repubblica ha chiesto ai medici legali anche un esame tossicologico sul corpo della bimba.

L’assenza di tracce di sangue

Dopo il racconto della madre Martina Patti, che ha detto di aver ucciso Elena da sola, il prossimo nodo da sciogliere sarà quello relativo alla presenza di altre persone con la donna al momento sia dell’uccisione sia dell’occultamento del cadavere. Quel che è certo è che all’interno dell’auto della donna, una Fiat 500, i Carabinieri hanno riscontrato l’assenza di tracce di sangue, cosa che porta a pensare che la piccola fosse viva durante il viaggio con la madre dalla scuola alla zona in cui risiedevano. La donna avrebbe comunque portato con sé un coltello, una zappa e alcuni sacchi neri in macchina e avrebbe colpito la piccola a sorpresa dopo averla coperta con un sacco per almeno sette volte.

Come ricostruisce Repubblica Palermo, la cronologia e la dinamica dell’omicidio è stata questa: dopo averla presa dall’asilo Martina Patti – tra le 14,30 e le 15 – “avrebbe proposto alla figlia di fare una passeggiata, nell’auto ha portato con sé un coltello, una zappa e alcuni sacchi neri”. Repubblica Palermo fornisce dettagli molto accurati dell’esito del primo esame del medico legale, poi confermato dall’autopsia di Elena Del Pozzo. La bimba sarebbe stata colpita di sorpresa: prima sarebbe stata coperta con un sacco, poi sarebbe stata accoltellata più volte: almeno sette. L’esame tossicologico richiesto dalla Procura, (il referto ancora non è noto) tende a chiarire se Elena è stata sedata con dei farmaci prima di essere uccisa.

L’esame tossicologico

Adesso l’esame tossicologico richiesto dalla Procura dovrà chiarire se Elena sia stata o meno sedata con dei farmaci prima di essere uccisa. Sul perché è stata uccisa il criminologo Carmelo Lavorino ad Adn Kronos ha parlato di follia fredda, di disturbi mentali e di una forma di depressione che hanno portato Martina Patti a uccidere Elena per vendetta verso il marito, una sorta di Sindrome di Medea. Le sue parole, che invitano anche all’esecuzione di una perizia psichiatrica, sono state le seguenti: Sapeva che la bambina era profondamente amata e non voleva, a livello inconscio, che frequentasse. la sua ‘concorrente usurpatrice’ del posto che aveva lei. Un momento di rabbia nei confronti del marito, sfogata sulla figlia. La donna si è comportata in maniera puerile ha lasciato tracce, si è inventata un rapimento a cui nessuno ha creduto: ciò indica una personalità fanciullesca. E’ possibile anche che la donna si sentisse abbandonata, sfiduciata in se stessa, nel mondo e nel futuro”.

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Giuliano Spina

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