Genova – “Grazie Genova città bella ed esigente, perché mi hai accolto come tuo Pastore e insieme abbiamo camminato. Alle spalle hai i monti e davanti hai davanti il mare. Guarda questi monti che ti hanno protetta nei secoli, e che oggi devi attraversare con velocità e sicurezza per aprirti all’Europa. Guarda il tuo mare che ti invita da secoli ad osare e a essere città aperta”.
Il suo ultimo abbraccio. Una lunga e commossa omelia, quella della messa solenne di congedo, ieri sera, nel giorno di San Giovanni Battista, dell’arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco che, dopo 14 anni, ha lasciato la guida dell’arcidiocesi del capoluogo ligure, per sopraggiunti limiti di età.
Tra poche settimane, l’11 luglio, in San Lorenzo verrà celebrato l’ingresso del francescano Marco Tasca, scelto dal pontefice per guidare l’arcidiocesi.
La cerimonia si è svolta nel rispetto delle norme anti covid con solo 200 presente in cattedrale, mentre due maxischermi sono stati montati nelle chiese di Santa Maria assunta di Carignano e di Santa Zita dove hanno potuto assistere 200 persone da una parte e 200 dall’altra. In piazza San Lorenzo, invece, solo 90 fedeli hanno potuto partecipare fisicamente.
“A te Genova, regina della Liguria, il mio abbraccio”, ripete più volte nella sua omelia. In cui ricorda tutti, i sacerdoti, i bambini, i giovani, le famiglie, i lavoratori, sopratutto del mondo operaio e portuale. Quasi una poesia alla sua Genova “città bella ed esigente”, circondata dai monti che “costringono a elevare lo sguardo verso Dio” e dal mare “luogo delle tue origini, ricerca di sopravvivenza e miglioramento. Non dimenticare il tuo mare”, è la sua invocazione. Un invito a “osare, ad accettare le sfide, a non temere l’incognito e a guardare lontano fino all’orizzonte”.
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