Blitz ad Acilia, sequestrati più di 100 kg di droga.

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L’ attività di indagine della Squadra Mobile, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha fatto emergere gravi indizi di colpevolezza a carico dei suddetti, circa la loro appartenenza ad un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, composta da elementi di nazionalità italiana e albanese, operante prevalentemente nella zona di Acilia, avente come scopo quello di commettere una serie indeterminata di delitti di traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana, ovvero di acquistare reiteratamente quantitativi di droga, trasportarli a bordo di autovetture intestate a terze persone, occultarli all’interno delle abitazioni e di box nella disponibilità di alcuni indagati e rifornire altri spacciatori.

Alcuni di questi soggetti erano già emersi in precedenti attività d’indagine della locale Squadra Mobile, seguite poi da un’Ordinanza applicativa di misure cautelari personali, richiesta dalla Procura capitolina ed emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, che avevano disarticolato alcune piazze di spaccio nelle zone di Torpignattara e Marranella.

Gli elementi d’indagine raccolti hanno evidenziato gli stretti rapporti intercorrenti tra il fornitore dell’associazione attiva a Torpignattara e un soggetto albanese conosciuto nel panorama criminale romano per i legami con Z. A. e D. E., elementi apicali delle organizzazioni criminali albanesi attive a Roma – in particolare in zona Acilia – consentendo  di individuare una ulteriore compagine criminale di matrice albanese, dedita al traffico e allo spaccio di stupefacenti.

Le risultanze investigative hanno fatto emergere, altresì, il ruolo di spicco nell’organizzazione criminale, destinataria dell’odierno provvedimento restrittivo,   di un cittadino albanese, allo stato irreperibile sul Territorio Nazionale e attivamente ricercato anche all’estero, il quale si avvaleva della collaborazione non solo di connazionali – deputati al confezionamento, stoccaggio e spaccio dello stupefacente, alle consegne e alla tenuta della contabilità – ma anche di cittadini italiani, spesso acquirenti con compiti di “retta” o fornitori.

I sodali, sempre alla luce di quanto emerso in sede d’indagine, avrebbero utilizzato alcuni bar in zona Acilia per veri e propri summit, per condividere le strategie operative del gruppo; diverse, inoltre, le basi logistiche deputate allo stoccaggio dello stupefacente, tra le quali un ampio locale seminterrato, individuato in zona Torrevecchia, adibito dal gruppo a “magazzino centrale”.

Nel corso dell’indagine sono stati sottoposti a sequestro complessivamente 5 kg di cocaina, 43 kg di marjuana e 82 Kg di hashish.

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Redazione Roma

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