“Nessuno aveva detto che la legge avrebbe risolto il problema, ma era un primo passo. I moniti di probabile impugnazione erano forse esagerati, ma da un lato si chiedeva di avere coraggio, dall’altro si criticava quando si prendevano decisioni a difesa dell’autonomia”, così il presidente.
“Il problema con la Corte costituzionale riguardava tutte le regioni, in particolare le speciali. Finora non gli era mai stato proposto di firmare un decreto di abbattimento, che però avrebbe firmato. Da Ispra non era pervenuto un parere negativo, era stato detto che ‘non si poteva dare un parere’, il che non permetteva una controdeduzione: per questo, serviva la legge in esame, sulla quale si augurava un ampio consenso per dare un segnale verso Roma”, ha concluso.
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