Pubblicato il 12 Ottobre 2023
Così Glenn Grodon Caron al New York Post su Bruce Willis.
Da quando all’attore è stata diagnosticata l’afasia nella primavera del 2022 e, successivamente, la demenza frontotemporale, l’autore della sitcom “Moonlighting” che negli anni ’80 diede la notorietà alla star di Hollywood, cerca di andare a trovarlo almeno una volta al mese ed è convinto che l’amico lo riconosca, anche se sta perdendo la gioia di vivere e le capacità linguistiche.
In pratica, fatica ormai a esprimersi e vederlo in quelle condizioni è uno strazio per chi gli vuole bene.
Da quando la malattia ha preso il sopravvento, Willis si è dovuto ritirare dalle scene, ma la sua famiglia allargata (che comprende l’attuale moglie, Emma Heming con le figlie Mabel ed Evelyn e l’ex Demi Moore con le figlie Rumer, Scout e Tallulah) non l’ha mai lasciato un secondo.
“Ciò che rende la sua malattia così sconvolgente è che chiunque abbia passato del tempo con Bruce Willis sa che non c’è nessuno che avesse più gioia di vivere di lui – ha detto ancora lo sceneggiatore – Amava la vita e cercava di viverla al massimo e adorava svegliarsi al mattino. Quindi, l’idea che ora lui veda la vita come attraverso una zanzariera, ha molto poco senso. È davvero un ragazzo straordinario”.
Prima che le condizioni di salute di Willis peggiorassero, Caron è riuscito a dirgli che tutte le cinque stagioni di “Moonlighting” sarebbero state trasmesse in streaming su Hulu. Una notizia che lo ha reso particolarmente felice.
“La trafila per portare Moonlighting su Hulu è stata lunga e la malattia di Bruce è degenerativa – ha concluso l’autore – ma sono riuscito a dirgli che era tutto fatto prima che la sua condizione lo rendesse incapace di comunicare come è ora e so che per lui significa molto e che è davvero felice che il telefilm sia disponibile per tutti, anche se non me lo può dire”.