Caltagirone, beni confiscati alla mafia, terreno assegnato al Comune: il sindaco: “Iniziativa dall’alto valore sociale”

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L’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità, dopo la manifestazione d’interesse della Giunta municipale, ha assegnato al Comune di Caltagirone un terreno di 11.375 mq, con andamento quasi pianeggiante, confiscato alla mafia, che si trova in contrada Piano Mascione, in territorio di Caltagirone ma a sud del centro abitato di Grammichele, esattamente nelle vicinanze dei due svincoli di accesso est e ovest della Strada statale 683.

“Adesso – dichiara il sindaco Fabio Roccuzzo – con l’assessore alla Legalità Giuseppe Fiorito avvieremo le procedure per l’affidamento del bene a singoli o associazioni e per il suo conseguente utilizzo. Ancora una volta il nostro Comune si dimostra particolarmente attento a questi beni, affinché vengano trasformati in strumenti attraverso cui promuovere iniziative dall’alto valore sociale e costruire legalità. A breve avvieremo, pertanto, insieme all’assessore allo Sviluppo delle risorse territoriali Piergiorgio Cappello, una serie di attività di consultazione con il coinvolgimento degli appartenenti al settore agricolo”.

Il progetto per un altro bene confiscato alla mafia: la Masseria Bongiovanni

Intanto, superate alcune difficoltà burocratiche, si avvia verso il definitivo decollo “Testimoni di terre liberate”, l’iniziativa per il recupero e la rifunzionalizzazione della masseria Bongiovanni (terreni agricoli per circa 32 ettari, con annessi fabbricati rurali), bene confiscato alla mafia che rientra fra gli immobili affidati in concessione gratuita per 20 anni, nel gennaio 2018, dal Comune alla Caritas diocesana, individuata dopo la selezione pubblica per la gestione dei beni che l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha trasferito al Comune.

Il primo fabbricato, interessato da lavori di ristrutturazione, sarà messo nella disponibilità della Caritas entro tre mesi, mentre è già cominciata la riattivazione dell’uliveto con la collocazione delle piante.

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Redazione Catania

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