Nelle ultime settimane, nell’ambito di vari comuni della provincia di Venezia, sono stati registrati vari episodi di furti commessi con la cosiddetta “tecnica dell’abbraccio” e del “finto impiegato del gas, dell’acqua o dell’energia elettrica”.
In particolare, persone anziane sono state avvicinate da sconosciuti che, fingendosi conoscenti o con la scusa di chiedere informazioni, hanno approfittato della disponibilità delle ignare vittime per abbracciarle e nell’occasione sfilargli collane in oro, orologi o il portafoglio.
Inoltre, sono state registrate anche truffe, perpetrate sempre ai danni di cittadini anziani, da parte di soggetti che, fingendo di essere impiegati delle aziende di gestione del servizio idrico e del gas, sono riusciti ad avere accesso all’abitazione e nell’occasione hanno convinto le vittime a consegnare i propri gioielli e il denaro contante, sovente adducendo un imminente pericolo di esplosione per un’inesistente fuga di gas.
È opportuno precisare che di norma i truffatori agiscono in coppia, cercano di entrare nel vostro appartamento con un pretesto. Uno dei due parla con insistenza, mentre l’altro, inosservato, perlustra le stanze del vostro appartamento. Usano modi e toni gentili e affabili, ma decisi.
Nell’immediatezza dei fatti è molto importante chiamare il 112, non omettendo gli elementi utili da segnalare per un intervento dei Carabinieri:
Le persone devono – nel limite delle loro possibilità – non isolarsi, affinché, specialmente se vivono da sole, la casa non si trasformi in una prigione, ma resti un luogo dove vivere in sicurezza e serenità.
Nel caso in cui il cittadino dovesse trovarsi in una situazione di emergenza, anche solo dubbia, non esitate a chiamare il 112, con la certezza di ottenere una risposta e qualche consiglio su ogni vostro problema riguardante la sicurezza.
È proprio dalle segnalazioni e dalle denunce dei cittadini che solo un anno fa, i Carabinieri del Comando Provinciale di Venezia hanno tratto in arresto 10 soggetti e sottoposto a sequestro oltre 1.600 veicoli, per un valore di 13 milioni di euro, intestati a “prestanome” e usati per commettere rapine e furti con la “Tecnica dell’abbraccio”.
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